Pandemia. Le ondate passano e i nostri errori restano. Eppure è possibile correggerli.
Quando finirà? Siamo tutti in attesa di risposte e soluzioni incoraggianti in grado di farci leggere il presente con uno spirito diverso, da quello della paura o della tristezza.
Commettiamo gli stessi errori. Non riusciamo ancora a capire che nella pandemia non esistono risposte semplici e certe. Noi non vediamo il virus, come non vediamo l’inquinamento, come non vediamo i vantaggi della prevenzione… Dovremmo utilizzare l’immaginazione, e non ne siamo capaci. “Possono a Natale i nipoti non andare dai nonni?” “In fondo siamo pochi, in famiglia… abbiamo fatto il tampone!”. Mentre il virus agisce sulla base di un processo deterministico, noi ci lasciamo condizionare dalla forza del legame sociale e non riusciamo a scegliere razionalmente. A fenomeni multifattoriali, a problemi complessi diamo soluzioni semplici, immediate, circoscriviamo il perimetro di ciò che è giusto o sbagliato. Troviamo davvero difficile convivere con l’incertezza. “Di fronte a un virus come questo il dubbio, l’errore… non sono una vergogna, per gli scienziati e i politici la vera vergona è mostrare fiducia eccessiva nei confronti delle proprie convinzioni” (deputato SPD)
Si affacciano nuove parole in questa fine del 2021 e inizio del 2022: pazienza, attesa, saper aspettare… E’ l’informazione veloce che produce panico. La forza vincente della democrazia è invece nell’aver pazienza (nei paesi democratici ci si vaccina di più che in quelli che non lo sono!). La ricerca ansiosa di date e scadenze certe non ci permette di entrare in una modalità di vita necessaria nel tempo della pandemia: saper aspettare. Non può essere che l’impazienza sia la vera ragione per cui l’Occidente non riesce a controllare il virus e invece l’Asia sta avendo più successo? Ogni volta che si trovano soluzioni che producono i primi risultati si è portati a credere che tutto sta per finire, tutto è sotto controllo. “L’Occidente si muove senza sosta da una soluzione magica all’altra, sperando di risolvere il problema immediatamente… In Asia ciò che conta non è tornare come si era, ma adattarsi alla fase nuova”. In Italia e in Europa c’è ormai almeno un contagiato in ogni famiglia, eppure è possibile azzardare una previsione: si potrà raggiungere il picco nelle prossime due settimane, e poi una discesa. Ma avremo imparato qualcosa da questa quarta ondata?
“Mio figlio è positivo. Io vengo a lavorare. Lui sta in cameretta. Gli preparo da mangiare. Per fortuna abbiamo due bagni. Ma come fanno le famiglie con bambini piccoli e case piccole?” – Questo dice una mamma in un negozio di Manfredonia. I provvedimenti del governo sono condivisibili. Tenere aperte le scuole pure. Ed è comprensibile un aumento dei contagi, con bambini che dovranno tornare a casa. Il ruolo delle famiglie è delicato, eppure sono lasciate sole. Non si può contare sui nonni (all’uscita dalle scuole non ci sono più!), ed allora come aiutare le famiglie? Non è possibile permettere ai genitori di assentarsi per un periodo breve e attuare forme part time? Ci sono scuole con insegnanti in quarantena. Perché non fare come nel Regno Unito: richiamare i pensionati (su base volontaria)? Ci vuole pazienza e tempestività.
Chi si ricorda di Quinto Fabio Massimo, il temporeggiatore (Cunctator)? Dopo la sconfitta subita da Annibale al Trasimeno a Roma eleggono “dittatore” Quinto Fabio che tenta una nuova strategia, non attaccare, evitare lo scontro, studiare le novità tattiche di Annibale, le sue furbizie. Prendere tempo. Una strategia non facile e non indolore, con molti territori abbandonati al saccheggio cartaginese. A Roma sono scontenti e viene sostituito. I nuovi due consoli attaccano Annibale a Canne. Il generale cartaginese, sfruttando l’impazienza e l’avventatezza dei romani, costruì il suo capolavoro tattico. Annientò totalmente un esercito di 80.000 soldati. La peggiore sconfitta in tutta la storia di Roma, che riuscì a sopravvivere tornando alla strategia di Quinto Fabio.
Siamo affascinati da figure carismatiche, leader forti… E invece dalla lezione della Pandemia emergono altre tipologie di leader: persone capaci di creare fiducia, costruire contesti di collaborazione e cooperazione, dare ai processi decisionali una impalcatura trasparente…