Di cosa parliamo quando parliamo di politica? I due volti del voto a Manfredonia.
Nelle conversazioni cittadine, a Manfredonia, ha assunto una grande rilevanza l’astensionismo, che da solo non spiega nulla.
“Come volevasi dimostrare ha stravinto l’astensionismo, determinante anche nella vittoria di Rotice”(Cavicchia). Un discorso iniziato dal vescovo l’otto novembre appena terminato lo scrutinio… “Record molto negativo, estremo scoraggiamento, risentita freddezza”. Numeri secchi (19.000 non votanti , il 39%) rimbalzati in città. Critiche aspre a coloro che sottolineavano nel primo turno un clima positivo e buona partecipazione. Il 61% è percentuale nettamente superiore (almeno sette otto punti) alla media delle amministrative “nazionali” di ottobre, quando si votò in due giorni. L’astensionismo comunque va analizzato: ad esempio, alle ore 19 dell’unico giorno in cui si è votato, l’affluenza è del 50,7%, un dato notevole, con diversificazioni ampie tra le varie sezioni.
Al ballottaggio vota il 43,8%. Un crollo forte, con una percentuale, però, identica a quella dei numerosi comuni andati al voto un mese prima. A Roma, Torino… meno del 40%. Si è ragionato allora sul valore delle elezioni locali, di voto “leggero”, debolezza delle proposte, pandemia. Essere eletti con il 20 – 30% non è l’eccezione. Si grida allo scandalo per Rotice sindaco con 11.500 voti? Ma sono gli stessi voti di Bonito a Cerignola! Comune sciolto per mafia e della stessa grandezza.
Strano periodo quello del ballottaggio. La politica scomparsa. Un inseguirsi di promesse, scambi, inviti… Tutti stregati da Fresca, che corteggiata rinuncia e rilancia su “bonifica totale della macchina amministrativa e ricerca dei responsabili della massa debitoria”. I capilista intanto gestiscono i voti come proprietà personale, e da più parti si sostiene che la maggioranza siede sui banchi dell’opposizione… Ah, se tutte le liste escluse si fossero unite… Eppure già da subito le coalizioni si frantumano. miseramente…
Nel primo turno, la passerella (molto seguita) con i sei candidati senza contraddittorio; nessun dibattito nel secondo turno tra i due contendenti sui temi per cui siamo andati al voto: mafia, dissesto, pandemia… Nessun confronto. Molti lo aspettavano, non pochi hanno manifestato sconcerto e delusione. Ora vi è pure chi dice che al ballottaggio hanno votato gli interessati e i “beneficiari di qualcosa”.
Lo scioglimento per mafia entra nella storia della città. Lo sanno coloro che abitano fuori e sono costretti a subire (e a pagare di più) per lo scotto di avere la residenza a Manfredonia. “Da voi c’è la mafia, anche nel capoluogo!” Un giugno di fuoco, lo scorso anno, appena usciti dal lockdown, con dieci attentati (auto bruciate e incendi). All’inizio della recente campagna elettorale si è avuto notizia di almeno tre auto bruciate. Nello stesso periodo, nei supplementi di Repubblica e Corriere della sera, dalla Bat vari articoli e interviste (Confindustria, Magistratura…) sulla criminalità organizzata e sul condizionamento nello sviluppo. Qui, niente!
Sulla mafia abbiamo la relazione del prefetto: una trentina di pagine con 642 omissis. Illeggibile. Mentre l’altra di 350 pagine è riservata. La prima si conclude con l’invito alla città a “un sussulto di orgoglio” nelle future elezioni. Con quali informazioni?
Il 22 novembre 2021 il giorno dopo il ballottaggio è stata resa pubblica la relazione finale della Commissione straordinaria. Chi ha stabilito la data? Perché non è stata anticipata? Una relazione importante, che offre un quadro amaro e difficile, ma anche aperto alla fiducia. Non sono state superate le carenze gestionali e organizzative, ma sono stati approvati o modificati 14 regolamenti per rendere più trasparente l’attività dell’ente e con cui chi governa deve fare i conti. C’è il fallimento sui manufatti abusivi: delle 29 demolizioni proposte, solo 8 potrebbero essere effettuate e sono tutte volontarie! C’è pure il riferimento a “una nota struttura balneare” tra ricorsi, Tar e interdittive… Vivace il racconto dello scontro con la vecchia gestione tributi, che ha inviato al Comune un decreto ingiuntivo per 600.000 Euro! E poi l’Ase, il recupero dell’evasione… E molto altro. Se non ora, in campagna elettorale, quando potremo parlarne?
Manca un quadro generale sulla cornice mafiosa e le cose dette riguardano prevalentemente la “mala gestio“, di cui parla la relazione prefettizia. I commissari non sono state un punto di riferimento, non sono intervenuti quando dovevano… Però parlare di “vacanzieri” e altro appare indecoroso e vile.