Ragionando con i no vax. Usano il dubbio non per aprire la mente ma per chiuderla.
Chiedo al fruttivendolo: “Questi mandarini sono dolci? Li vedo verdognoli” Mi dice di si. “Devo fidarmi?” “Certo. Io porto la spesa a domicilio, tutti si fidano!”
“Che strano, ci fidiamo del fruttivendolo e non della scienza?” “Perché non dicono la verità. Non la dicono tutta, almeno. Non dicono quello che capiterà ai ragazzi nel futuro, se fanno pure a loro il vaccino”. Entrano due persone, che conosco. “E voi vi siete vaccinati?”. Uno fa un cenno con la testa. L’altro non risponde. Poi a bassa voce: “Ma non avevano detto che superando il 70% c’era l’immunità di gregge?” “Un po’ più del 70%. Però non è mica bello aspettare, poi se si raggiunge l’immunità… si pensa di essere liberi e felici a spese degli altri! Non funziona così”. Entrambi non erano vaccinati.
Molti no vax sono esitanti all’inizio, attendono, più che la paura vi è opportunismo. Si influenzano a vicenda e si “radicalizzano”. In genere non c’è quasi mai il No vax solitario.
Sono stati molti i messaggi fuorvianti e le fake news sono davvero subdole. Vale per i no vax quello che nei tempi addietro valeva per il fumo o i gas di scarico delle auto nelle città. La strategia è quella di avanzare dubbi, intorno ad essi si combatte una strana battaglia. I dubbi sono fondamentali per la ricerca, ma costituiscono la trincea dove si rifugiano coloro che si oppongono. L’incertezza della protezione dei vaccini è il carburante dei no vax. Dicono: “Non è vero che il vaccino impedisce la trasmissione del virus… non è vero che risparmia certe fasce e colpisce altre”. Hanno ragione, perché la copertura totale non c’è. Protegge, però, una grande percentuale. Che sia del 90% e oltre a loro non interessa. Dovremmo fare un altro ragionamento, quello statistico, probabilistico, ma è faticoso, difficile. In Israele (o nel Regno Unito) molti nuovi contagiati sono vaccinati… Il generale Powel aveva completato il ciclo vaccinale ed è morto. Quindi i vaccini non servono! Non dicono, però, che quelli che vanno in ospedale sono per lo più i non vaccinati e Powel era malato con basse difese immunitarie. Per questi soggetti fragili la protezione diretta è insufficiente, serve la terza dose e la protezione indiretta della vaccinazione massiccia, non dimenticando le buone pratiche (mascherine ecc.)
Il divieto di fumo fu preceduto da discussioni, rifiuti…. Si fumava in classe, al cinema, al ristorante, nei circoli…. Chi frequentava questi luoghi non poteva nasconderlo. Si rientrava a casa con l’odore pesante sugli abiti per giorni. I docenti si opponevano al divieto di fumare in classe, molti pretendevano 5 minuti tra un’ora e l’altra, poi una stanza per i fumatori… Si sosteneva l’autodeterminazione; c’erano dubbi, mancavano le ragioni per il divieto assoluto, occorreva approfondire… si portavano esempi di novantenni in salute che avevano sempre fumato. Lo stesso per il clima. Per molto tempo i dati degli scienziati non vennero presi in considerazione. “Quante volte nel passato le estati erano torride o quante alluvioni ci sono state?” Le singole esperienze, poste a contrasto dei dati scientifici, suscitavano perplessità, dubbi sul rapporto causa ed effetto. Incertezze che diventano senso comune. Qualcosa che spinge non ad imparare, ma a bloccare, aspettare. Nel frattempo abbiamo continuato a raccogliere tabacco, a usare combustibili fossili. A non cambiare abitudini…
Il dubbio è la linfa vitale della scienza, quando è lungimirante, pone domande, risveglia la curiosità. Ma può essere la morte della scienza, quando è paralizzante, fideistico. Credere nella scienza non può mai essere questione di fede. “Io credo nella scienza” come se si dicesse “credo in Dio”. Credere nella scienza è accettare il “metodo scientifico“.
Che ci siano paure nella popolazione è normale, come è giusto che trovino rappresentanza. Peggio sarebbe abbandonarle a se stesse. Il problema è controllare la paura, che è trasversale. Non vale la cultura, la filosofia… C’è una nuova geografia del sapere. Ci vorrebbero informazione adeguata, corpi intermedi responsabili… altrimenti si creano vuoti pericolosi, ed anche sciaguratamente l’uso politico delle paure. Che non è cessato, né cesserà.