La giornata della Terra, Greta e i Fridays, next generation… L’emergenza del clima e del futuro.
Le gelate in Puglia hanno distrutto gran parte dei prodotti ortofrutticoli (ciliegie, olive, pesche, asparagi… “Effetti dei cambiamenti climatici” dice il presidente regionale della Coldiretti.
Ci piace la terra accogliente, piacevole, armonica e dimentichiamo che è un corpo celeste con le sue regole. Il nostro è un pianeta instabile. Un cambiamento minimo della composizione dell’aria ha determinato il passaggio da afose foreste pluviali a vaste estese di ghiaccio. La trascurabile componente dell’aria che determina questa differenza è l’anidride carbonica. Lo si è capito nella seconda metà dell’Ottocento, e oggi gli esseri umani ne emettono in quantità mai viste. “Il sistema climatico è una bestia furiosa, e noi la stiamo stuzzicando” (Wally Broecker, climatologo). Tutta la storia umana che conosciamo (un battito di ciglia rispetto alle ere geologiche) si è svolta in un periodo climatico stabile. La nostra memoria breve e la fortuna ci hanno impedito di fare esperienze più drammatiche. Il clima non cambia improvvisamente ci vuole tempo e quello che oggi viene lamentato (imprevedibilità delle stagioni) è segno che la “bestia” sta cominciando a ringhiare, ed è solo qualcosa di insignificante, rispetto a quello che capiterà.
La pandemia ci ha fatto provare sentimenti nuovi. Siamo passati da un mondo in cui ci sentivamo a casa nostra ovunque (almeno noi occidentali) e in grado di poter fruire di qualsiasi cosa alla reclusione forzata. Dalla possibilità di relazioni in ogni angolo della terra a non poter stringere la mano a una persona cara nel momento della morte.
Le piazze e le strade vuote, nell’anno precedente il Covid, erano state occupate da Greta e i Fridays for future; la pandemia è arrivata mentre il movimento giovanile stava “conquistando il mondo”. Superava lo spontaneismo e l’appello alla difesa della natura e formulava alle istituzioni critiche, atti d’accusa e proposte. E questo aveva alienato alcune simpatie iniziali. Greta e il movimento hanno parlato di un mondo da condividere con le generazioni future, la cui possibilità di vivere dipende dalle decisioni di oggi..
“L’emergenza del futuro. I destini del pianeta e le responsabilità del presente”, è un libro importante e opportuno di Ferdinando Menga, docente all’Università della Campania. Menga è di S. Giovanni Rotondo, e quattro anni fa scrisse, “Lo scandalo del futuro”, una introduzione a una giustizia intergenerazionale, presentato a Manfredonia, Monte S. Angelo… Ora quel libro è stato ampliato, è diventato un appello documentato, un manifesto ragionato e appassionato.
Un mondo abitabile per le generazioni future non può non avvenire che con una revisione dei nostri comportamenti, modi di vivere e di pensare. Una nuova visione che superi la temporalità delle democrazie odierne: le decisioni sul futuro approvate dai cittadini del presente, che assicurano il consenso. E’ possibile questo? I Fridays hanno raccolto le voci di soggetti che poco contano (adolescenti) a favore di soggetti futuri che non contano nulla. Un’alleanza dei vulnerabili di oggi e domani. Una protesta che non sfida la democrazia facendola divenire qualcosa di altro, ma cerca di riattivare la vocazione più profonda della politica: cioè non indirizzata solo a soddisfare i bisogni immediati odierni, ma capace di visioni simboliche e culturali. Immaginare futuri possibili è del resto nella tradizione e nella cultura di tutti i popoli della terra. E allora quale etica, quale modello di comunità? Ne discuteremo a lungo.
C’è un mondo fortemente squilibrato (prevalenza di vecchi nel ricco Occidente e di giovani nei paesi africani). Gli adolescenti sono irrequieti, durante la pandemia sono stati visti come potenziali portatori di contagio… potranno ora riprendere il ruolo di prima e convogliare le energie sul futuro? Intanto è nata “Next generation” (l’Europa crede in un un mondo sostenibile), ci sono proposte di voto per i sedicenni, molti paesi rivedono gli errori del passato e si convincono che i costi della transizione non possono creare ulteriori disuguaglianze. Sul clima ci sono incontri in questi giorni, e in autunno altri appuntamenti in Italia e in Europa per vedere cosa devono fare i singoli governi, i singoli comuni, i singoli cittadini. Intanto a Siponto continua il taglio dei pini.