“Che vaccino ti faranno?” “Non lo so. Prendo quello che mi danno”. La lezione della Ginestra.
“Bisogna fidarsi? Ho chiesto al medico e non mi ha saputo dire niente. Bisogna obbedire? Ma fanno tanta confusione!”.
In Puglia i positivi sono molti. In Capitanata pure. I contagi si alzano e si abbassano. Focolai nascono e si perdono. Spuntano commenti, dicono che i dati sono alterati e sono di meno. Invece durano così (in crescendo) dal mese di Novembre. A chi nega è sufficiente mostrare le bacheche con i manifesti funebri, settimana per settimana: gli anziani sono la totalità. I decessi avvengono in maggioranza in ospedali o case di cure… Quando finirà faremo i conti con i morti. E bisognerà pure chiedersi di fronte ai morti se qualcosa in più si poteva fare, se ognuno di noi poteva dire una parola in più, poteva essere più responsabile.
Ciascuno di noi in questa situazione si affida a chi sa di più, alle notizie non sempre coerenti che arrivano, rispetta semplicemente le regole, altri invece rompono le fila, saltano il turno, non rispettano norme elementari. Oscillando sempre tra due atteggiamenti estremi: abnegazione e trasgressione, responsabilità e prove di rivolta, coscienza civica e disprezzo delle istituzioni. E’ la sciagura del nostro carattere nazionale? E’ immodificabile?
Rinascono le tribù. Erano tutti d’accordo con la scuola in presenza, ed ora sono miriadi i gruppi che invocano la Dad… Hanno successo strani sillogismi: “Lo Stato ha chiuso e lo Stato deve pagare”. Sembra che la Pandemia come evento tragico sia inesistente. Si invocano immediate riaperture… sottovoce si aggiunge: se i dati saranno favorevoli. Invece che dire: guardiamo i contagi e poi ragioniamo di possibili aperture.
La maggior parte ha accettato le regole anche quando apparivano contraddittorie. Una questione di responsabilità e anche di obbedienza. E’ ancora una virtù? Può esserlo se non abbiamo paura di porci le domande che sentiamo intorno a noi. Se accogliamo i dubbi, necessari per scegliere non la verità, ma qualcosa che le è vicino. Domande interiori, quelle che tutti più o meno ci poniamo, nella nostra coscienza.
Una obbedienza libera e necessaria. Ma c’è un requisito fondamentale. Ed è l’informazione. Chiara, pubblica, autorevole, ma che può essere contraddetta, integrata. Perché solo in questo modo il cittadino potrà decidere. Potrà parlarne all’interno dei gruppi ristretti, le famiglie, al telefono con figli e amici… la piazza virtuale è straordinariamente attiva. Obbedire non è un esercizio di fede. E’ un atto civile. Di cui rendere conto. Come pure bisogna tener conto di ogni informazione omessa, e dei silenzi (a livello dei singoli territori) di chi poteva dire parole per invitare alla prudenza, alla cautela; era tenuto a farlo e non l’ha fatto.
Molti non sono stati d’accordo su tanti aspetti. Dettagli? Sono, però, quelli che fanno la differenza. Non hanno condiviso la comunicazione paternalistica, fondata sui divieti, sulla paura, senza responsabilizzare i cittadini. Per i soggetti deboli e disabili chiusi in casa si poteva fare di più … Non sono stati d’accordo sulla elargizione dei bonus, molti ne hanno usufruito senza averne bisogno. Un economista ha persino scritto un articolo per invitare coloro che non ne avevano diritto a non fare la domanda… Ci sono esercenti in difficoltà e non si lamentano…. Nonostante tutto, la stragrande maggioranza ha obbedito. Si è fidata. Perché al di là di ogni cosa ha avvertito il senso del legame sociale.
Giacomo Leopardi nel 1836 è sulle pendici del Vesuvio (a Napoli c’è il colera) e guarda le rovine dell’eruzione… Scrive la Ginestra e ricava da quella esplosione della natura una lezione politica straordinaria: come fanno gli uomini, osservando quelle lande desolate a non sentirsi uniti, a non costruire una catena sociale? A non abbracciarsi con vero amore, dando e porgendo aiuto? Stoltamente e furbescamente continuano a dividersi… Sono come quei cittadini che, in una città assediata, con i nemici sulle mura, invece di opporsi insieme all’aggressione… si mettono a combattere tra loro.
La vaccinazione ci darà maggiore tranquillità, ma con il virus dovremo convivere e fare attenzione. Le scelte poi non sono tragiche, non così complicate. Non uscire in quarantena, disinfettarsi le mani, non frequentare luoghi chiusi e affollati… E’ il sacrificio minimo richiesto se vogliamo stare insieme.