Coronavirus. Il Paese più sicuro d’Europa, con il blocco diretto dei voli. Questo dicevano.

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Questo ripetevano Conte, Speranza… Blocco mantenuto, nonostante, affermavano, l’irritazione del governo cinese.

Una scelta che mi ha lasciato stupito, esterrefatto. Mio figlio è stato in Cina dieci anni ininterrottamente, e, salvo una sola volta, non ha mai preso un volo diretto. Nonostante le mie sollecitazioni, perché pensavo che il volo diretto fosse più sicuro. Sempre c’era uno scalo, soprattutto nei paesi del Medio Oriente (Emirati arabi, Dubai, Istanbul…), ma anche Francoforte, Monaco, Parigi….

Ieri, domenica 23 febbraio, sulla Gazzetta del Mezzogiorno, una notizia di cronaca dalla Basilicata: “Il sindaco ordina a un cinese di restare in casa”. A Francavilla in Sinni (provincia di Potenza) un commerciante cinese di 34 anni, da poco rientrato dalla Cina, si apprestava ad aprire il negozio, ma il sindaco, sollecitato dal clima di apprensione in città, ordinava la chiusura dell’attività e un periodo di isolamento (quarantena) nella sua abitazione. L’articolo (firmato Pino Perciante) continua dicendo che, nella popolazione, “sono in tanti a chiedersi come abbia fatto il 34enne a rientrare in Italia, visto che i voli da e per l’Italia sono chiusi. Per aggirare il blocco, il cittadino del Dragone dall’aeroporto di Pechino è arrivato, con un volo diretto a Bruxelles e da qui, dopo poche ore, ha preso quello per Fiumicino, dove è atterrato il 9 febbraio. Prima di rientrare a Francavilla ha fatto tappa a Nova Siri dove vive la sua famiglia”. Il fatto è avvenuto un paio di settimane fa, il cinese si è attenuto alle regole, e pare sia risultato negativo al test.

Non c’è stato nessun aggiramento. I governanti italiani hanno sempre detto “volo diretto”. I voli con triangolazioni o con scali sono invece la norma. Ho controllato siti on line, e si possono vedere molte offerte, opportunità e voli economicamente vantaggiosi. L’esempio di quel sindaco lucano, Romano Cupparo, è da tenere a mente. Semplicemente buon senso. Ci sono molti casi di rientro dalla Cina (anche in Capitanata, nel Sud) ed è quella la modalità. Ci troviamo di fronte a persone che si mettono in quarantena consapevolmente, usano la mascherina non per proteggersi, ma per salvaguardare gli altri. Hanno un senso di responsabilità che altri (italiani) forse non hanno tenuto.

Perché allora tanta superficialità in un provvedimento, che risale a quasi un mese fa, e che ha dimostrato di essere inutile se non controproducente? In Francia e in altri paesi il controllo si è concentrato sui casi, seguendoli, tracciando il percorso, informando la popolazione… Forse per la volontà di essere primi in Europa? Forse per mostrare all’opposizione (a Salvini) coraggio e determinazione?

Il sistema di controllo non è cambiato dai tempi passati. E tutti, credo, dovrebbero leggere i due capitoli dei Promessi Sposi del Manzoni (XXXI – XXXII) sulla peste a Milano.

Dopo il passaggio degli eserciti tedeschi (settembre 1629) si diffusero notizie di morti non spiegabili nel contado. Il tribunale di sanità milanese, nonostante molti rifiutavano la stessa parola peste, preparò un’ordinanza, perché, “entrato il contagio negli abitanti, occorreva circoscriverlo a quei primi infetti, isolarlo e costringerlo nei luoghi dove si manifestava”. Era il 30 ottobre del 1629. Quindi si deliberava di “chiudere fuori della città le persone provenienti dai paesi dove il contagio si era manifestato”. L’atto fu pubblicato il 29 novembre. Il tribunale “chiedeva, implorava cooperazione, ma otteneva poco o niente”. Anzi, vi era nella popolazione opposizione, freddezza, negazione del fenomeno.

Anche allora si cercava il primo. Il“numero zero”. Venne trovato. Era un soldato italiano (Pietro Antonio Lovato, entrato a Milano il 22 ottobre). La peste rallentò, sembrava vinta, poi esplose nella primavera dell’anno seguente. “Per l’imperfezione degli editti, la trascuratezza nell’eseguirli”, e soprattutto, scrive Alessandro Manzoni, “per la destrezza nell’eluderli”; a causa del terrore di essere allontanati, della roba che sarebbe stata bruciata, del sequestro della casa, del lazzaretto.

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