La decapitazione dei pini a Siponto e la pineta, che si affaccia sul golfo, bella e devastata.

CULTURA

C’è una costante nella politica manfredoniana: l’indifferenza e l’incuria verso Siponto. “Una borgata lottizzata e abitata dai foggiani”, si dice.

Ne ho contati almeno una cinquantina (oltre quelli privati), tagliati negli ultimi due tre mesi. Resta un troncone massiccio che ricorda la grande pianta che è stata. Era necessario, si dice, sono cresciuti male, storti, si erano piegati con il tempo, e poi il manto stradale era in alcuni tratti non percorribile, pieno di protuberanze e spaccature. Tutto vero. E’ mancata, però, la cura, le potature. Dove sono state fatte, i pini restano e i marciapiedi e le strade sono intatte.

Non c’è stata alcuna lamentela, alcuna protesta in città. A Foggia il taglio di un uguale numero di pini ha aperto discussioni e polemiche… Si sono raccolte opinioni di ricercatori e così il botanico Nello Biscotti del Parco Nazionale ha detto che se i marciapiedi e le strade si sollevano è perché le radici cercano l’aria, pertanto sarebbe sufficiente, per non far soffrire la pianta, allentare la stretta del cemento e dell’asfalto e lasciare una superficie più ampia di terreno scoperto. A Milano ci sono progetti europei per riempire di piante e fiori balconi e terrazzi. Spezzare per un poco l’assedio di cemento intorno. In prospettiva vi è la previsione che le bombe d’acqua colpiranno prevalentemente le vaste aree cementificate.

A Siponto il verde sta diminuendo fortemente. La caratteristica della borgata sorta 80 anni fa erano proprio i viali alberati, con i pini e gli eucalipti, e le pinete sparse, piccole e grandi. Frequentati in tutti i periodi dell’anno da famiglie, disabili, anziani. Negli ultimi anni si riempiono soprattutto di camminatori, donne e uomini, centinaia al giorno, dalle prime luci dell’alba al tramonto. Un bisogno di movimento, di aria… che appare sempre più in crescita. Solo le scuole non sono sfiorate dall’educazione all’aperto, una “realtà didattica” molto praticata nelle zone più fredde. Ed essa contribuisce ad assicurare alle scuole di quei paesi (in Finlandia e altri) risultati eccellenti anche in termini di uguaglianza e inclusione. La scuola italiana è iperprotettiva: “Se poi i bambini si fanno male chi ne risponde?” E i genitori non fanno sconti. Eppure è fondamentale il contatto con la natura, il piacere di scoprire il movimento spontaneo e il corpo, ed è innaturale per bambini e ragazzi stare seduti in un’aula per 4 ore.

A Siponto ci sono gruppi e persone che corrono e camminano e a Siponto si allena Maria Chiara Cascavilla, che alle Universiadi di Napoli ha corso i 5.000 m. e ha impressionato molto. Dall’ottobre dello scorso anno è allenata da Renzo Finelli, grande mezzofondista con diversi titoli di campione italiano, vittorie importanti e la finale alle Olimpiadi di Citta del Messico. Maria Chiara frequenta la facoltà di medicina a Foggia, trascorre periodi a Modena (A.S. La Fratellanza) e altri a S. Giovanni Rotondo. Si allena sistematicamente a Siponto e in un anno i miglioramenti sono stati straordinari. Percorre il lungo mare del Sole, la pineta che costeggia la costa fino alla foce del Candelaro, poi verso viale dei Pini, un lungo giro di quasi 10.000 metri per ritornare al Porto turistico, dove le lunghe banchine permettono di provare scatti e allunghi.

Una pineta così vicina al mare è una rarità. Trenta ettari, un polmone verde abbandonato. E’ stata oggetto di cura (fondi europei) per eliminare piante cresciute impropriamente, dotata di parchi giochi e aree da picnic… ora tutto è trascurato e devastato, spazi recintati da fili di ferro, rifiuti ovunque, segni di fuochi e bivacchi… I manfredoniani non la conoscono. Amministratori, sportivi, educatori… nessuno l’ha mai attraversata, mai vista. Nessuno la frequenta mai, forse per motivi di sicurezza. Eppure è molto bella, unica, e, tra quelle affacciate sul mare, è una delle più belle. Purtroppo (o per fortuna) non si conserva bene un luogo se non è frequentato e amato dai suoi abitanti.

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