Greta (e i ragazzi e le ragazze del mondo): Lo facciamo perché voi adulti state rovinando il nostro futuro.
La manifestazione riuscirà. Mai uno sciopero della scuola sarà condiviso come questo. Molti adulti e docenti invitano, consigliano, promuovono…
Ma riflettiamo un momento: il destino del mondo è nelle mani di adulti (e politici) che hanno più di 50 anni e che tra pochi decenni saranno morti. Per loro, secondo studi condotti nei paesi occidentali, l’ambiente e il cambiamento climatico sono al settimo posto tra le preoccupazioni, mentre sono al primo posto tra i giovani di 15 – 20 anni. Nel 2050 chi ha oggi 10-15 anni ha ancora metà della vita davanti e vivrà in pieno gli effetti drammatici prodotti dai mutamenti del clima.
Greta Thunberg, dal mese di settembre dello scorso anno ha iniziato a disertare la scuola per recarsi davanti al Parlamento svedese e protestare: “Se i politici non ascoltano gli scienziati, che senso ha studiare”. L’esempio di Greta (16 anni) è stato seguito da tanti ragazzi, che con slogan efficaci, provocazioni spontanee, un linguaggio semplice, e soprattutto con scelte personali significative stanno elaborando un nuovo alfabeto civile: la ricerca di ciò che è essenziale, l’empatia, la cura del mondo, il valore della conoscenza, il pensiero del futuro.
Il futuro è il tempo più concreto della coniugazione dei verbi, se è vero che il presente è inafferrabile, sempre travolto dal tempo che scorre, e il passato è sempre irrimediabilmente compiuto o dimenticato. Il futuro è la vita vera, quella che si progetta e si desidera. Che si parli di patrimonio culturale, di paesaggio, di sviluppo, di inquinamento, di clima… invochiamo le future generazioni, come giudici che valuteranno le nostre scelte. Un po’ ipocritamente, visto che continuiamo a caricarle di un peso per cui proprio non hanno voglia di venire al mondo. Il problema si pone per tutti i temi odierni. Pensiamo all’Europa, o più semplicemente alla Brexit. Se si votasse oggi i risultati sarebbero diversi, per la semplice ragione che molti vecchi sono morti e molti adolescenti hanno maturato il diritto al voto. Fra 15 – 20 anni la maggioranza di coloro che hanno votato per l’uscita dall’Europa non ci saranno più, però hanno deciso la vita e il destino delle giovani generazioni britanniche.
Proprio due anni fa fu presentato qui (Manfredonia, Monte S. Angelo…) il libro di Ferdinando Menga: “Lo scandalo del futuro. Per una giustizia intergenerazionale”. Come obbligare le generazioni odierne a rispettare le esigenze di quelle che verranno? Parlarono allora giuristi e filosofi. Ma il tema non appassiona. Forse perché i diritti delle generazioni future significano i nostri doveri di oggi? Nei paesi occidentali, e in Italia in particolare, la popolazione anziana è maggioritaria. Nei prossimi decenni lo sarà ancora di più. Se il voto fosse più “pesante” per i giovani e i genitori, e più “leggero” per gli anziani? Ricordo che il Vaticano esclude dal Conclave, cioè l’elezione del futuro Papa, i cardinali al di sopra degli 80 anni. Quanti conoscono il Green Paper? Un documento (purtroppo non tradotto in italiano) presentato da un’equipe di studiosi all’Unione Europea per conferire alle persone diritti di partecipazione fin dalla nascita. In sostanza i genitori potrebbero esercitare il diritto di un voto fiduciario fino a quando il figlio non raggiunga la maggiore età. Uno scherzo? Una provocazione? Non è così. E se votassero gli adolescenti? “Non sono maturi!” Direbbe qualcuno. Eppure fanno quotidianamente scelte importanti. Sarebbe un voto consapevole. Più consapevole di tanti adulti che forse qualche scambio elettorale sono sempre propensi a farlo. Davvero dobbiamo credere alla saggezza degli anziani? Ho avuto qualche giorno fa una vivace discussione con tre quattro persone “adulte”. La conclusione: “Ma questi cambiamenti climatici quando inizieranno a procurare catastrofi? Fra trent’anni? Quaranta? E allora noi saremo già morti!”
Il movimento odierno non sembra destinato ad esaurirsi. Speriamo che la manifestazione del 15 marzo non faccia perdere la vivacità di questi mesi e che appartenga soprattutto ai ragazzi (gli adulti potrebbero restare a casa, magari a pensare a come introdurre nella loro vita quotidiana qualche mutamento: car sharing, bicicletta, camminare a piedi, riuso…).