Monte S. Angelo e il lungo commissariamento. Il voto dopo 2 anni di apnea
Proprio così, in apnea. Ma se qualcuno pensa che si emerge con i polmoni che scoppiano, gli occhi strabuzzati, la sensazione del limite estremo, si sbaglia. Si risale dalle profondità con apparente tranquillità. La campagna elettorale deve fare i conti con una sorta di spaesamento: non vi è l’attività di un governo locale (giunta, sindaco) da approvare o contestare. L’azione dei commissari è al di fuori del giudizio e l’amministrazione passata (quella commissariata) è lontana nel tempo, non ha subito incriminazioni di natura penale ed è stata punita più per quello che non ha fatto che per quello che ha fatto. E cioè non ha eliminato “vicinanze e contiguità”, incarichi reiterati da anni, opacità dell’apparato amministrativo. “Incrostazioni” che vengono da lontano e che restano. Gli stessi commissari si sono mossi, dopo i primi mesi, su una linea di ordinaria amministrazione. Che non basta più.
Ora si pone il problema della discontinuità. “Incrostazioni” che nessuno sarà in grado di eliminare se non si imposta in modo radicalmente nuovo il lavoro amministrativo. Ho tenuto un forum, a Monte, e ho raccontato una esperienza, quella del Piano sociale di zona, non attraverso parole e discorsi astratti, ma con esempi possibili e praticabili: cantieri aperti, tavoli tematici, lavoro di rete, bilancio partecipato, concertazione… con l’invito a uno sguardo vigile e “particolare” sulla macchina amministrativa comunale e la qualità dei servizi.
A Monte, sembrano oggi contare poco i programmi, più interesse vi è per la storia delle persone candidate. Dovrà essere il governo quotidiano a far emergere le novità e la qualità, a far capire che il clima è cambiato, che si apprezzano competenze, passione per il territorio e per il fare, che si pratica ascolto e coinvolgimento della gente… Rompere insomma la sensazione che amministrare significhi prendersi cura solo di pochi (e in questo il ruolo della burocrazia comunale è fondamentale).
E’ ovunque oggi difficile amministrare. E ovunque il primo problema è ricucire il rapporto con la comunità. La fiducia è il lubrificante del sistema sociale, è come l’aria trasparente di cui ce ne accorgiamo quando manca. Elinor Ostrom (e prima di lei Kenneth Arrow) ha ricevuto il Nobel dell’economia nel 2009 per aver sviluppato concetti come fiducia, reciprocità e governo dei beni comuni. C’è una sostanziale differenza tra fiducia privata e fiducia pubblica; quest’ultima non è solo indispensabile per avviare condizioni di sviluppo, ma è anche parte della ricchezza di un paese. Per Antonio Genovesi (1754 prima cattedra di economia in Europa) è proprio la mancanza di “fiducia pubblica” a spiegare il mancato sviluppo civile ed economico del Regno di Napoli, dove abbonda la fiducia privata (legami particolaristici e di sangue), mentre è scarsa, troppo scarsa la fiducia pubblica diffusa, quella che nasce dalla pratica di virtù civili. “Un’analisi che a distanza di due secoli e mezzo non ha perso nulla della sua attualità”.
“Ci sono due giovani pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: Salve, ragazzi, com’è l’acqua?” I due pesci giovani nuotano un altro po’, poi uno guarda l’altro e fa: “Che cavolo è l’acqua?“. Il succo della storiella: le realtà più ovvie, onnipresenti e importanti sono spesso le più difficili da capire e da discutere. Compito della politica è creare il mare dove tutti ( proprio tutti) possano nuotare. Monte S. Angelo è città dell’Unesco, e questo secondo alcuni è una responsabilità in più. Ma io dico che una responsabilità in più è anche il rispetto dei montanari che vivono fuori, che hanno sofferto lo scioglimento per infiltrazioni mafiose in modo più acuto dei residenti.