Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggero (rilettura dell’omonima operetta del Leopardi)

CULTURA

Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi…Signore…

Passeggero. Almanacchi? E’ da un pezzo che non si vendono. Ora i calendari o almanacchi si sprecano, sono dati in regalo anche agende e tante altre cose…

Venditore. Questo è speciale. Contiene notizie brutte, spiacevoli e anche altre belle, amabili.

Passeggero. Chi ha preparato questo… almanacco.

Venditore. Un gruppo di amici. Ci dicono che dobbiamo inventarci qualcosa da fare e allora iniziamo il primo dell’anno con qualcosa da fare. Sa, al mio paese si dice che chi non lavora il primo dell’anno non lavora per il resto dell’anno.

Passeggero. Credete che sarà felice l’anno nuovo?

Venditore. Sì certamente. Si spera almeno.

Passeggero. Come quello passato?

Venditore. O no! Di più.

Passeggero. Come l’altro anno o gli altri anni?

Venditore. Di più.

Passeggero. Vi ricordate qualche anno cui vorreste che assomigliasse questo che viene? Nessun anno in particolare vi sembra felice? Nessun anno già vissuto?

Venditore. No. Non vorrei che assomigliasse a nessuno precedente.

Passeggero. E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?

Venditore. Si certo. Cotesto si sa.

Passeggero. Non tornereste voi a vivere cotesti anni passati, cominciando da che nasceste?

Venditore. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.

Passeggero. Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e dispiaceri che avete passati?

Venditore. Cotesto non lo vorrei.

Passeggero. Oh che altra vita vorreste rifare? La vita ch’ho fatto io, o quella di chi comanda, di ricchi signori? O non credete che io e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l’appunto, e che avendo a rifare la stessa vita, nessuno vorrebbe tornare indietro?

Venditore. Non saprei. Certo, da quello che vedo ci sono molti che sono felici e che non devono avere paura del futuro.

Passeggero. Che vita vorreste dunque?

Venditore. Una vita così, come Dio me la mandasse, senz’altri patti.

Passeggero. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell’anno nuovo. E questo che vorrei anch’io se avessi a rivivere. E così tutti. E questo è segno che nella vita di tutti ha avuto più peso il male che il bene. Quella vita che è una cosa bella, non è la vita che si conosce; non la vita passata, ma la vita futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?

Venditore. Beh, sì. Io vorrei pensare nell’anno che viene a un mondo più giusto, che chi governa non dica bugie, che gli uomini siano più uniti, che ciascheduno si metta nei panni degli altri… una catena sociale, ecco.

Passeggero. Anche io condivido cotesto. Che si instaurasse… una rivoluzione di dignità, di compassione, di rispetto… il piacere della conversazione onesta e vera… Datemi l’almanacco più bello che avete.

Venditore. Ecco, signore. Questo parla delle cose dell’anno passato e dice quelle che chissà… potrebbero cambiare. Grazie signore. A rivederla. Almanacchi. Almanacchi nuovi…

 

 

Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterShare on LinkedIn