Che anno sarà? Nei saluti augurali c’è pace, prosperità, salute… Ma “Gaia” è molto malata.

CULTURA

Il saluto è la presentazione di sé. Chi saluta entra nella vita di un altro e si espone all’indifferenza, a un rituale fastidioso, alla ripetitività.

“Fratelli e sorelle, buona sera”. La sorpresa generale di un Papa che dice “buona sera”. Era il 13 marzo 2013. Un saluto banalissimo. Eppure entrato nella storia.

“Buon giorno” – “A chi la dì Buon giorno – “A lei” – “A me?” – “Sì” – “Ma lei mi conosce?” – “No”- “Ma cosa vuol dire allora con questo Buon giorno?”– “Vuol dire veramente Buon giorno” – “Ma va là”. Una delle prime scene del film “Miracolo a Milano“. Per Totò, che esce adulto dall’orfanatrofio dove è entrato bambino, questo primo incontro è l’anticipo di quello che l’attende nella città. Lui, però, conserva uno spirito semplice, e non si fa cambiare dal cinismo, dalla fretta, dall’opportunismo.

Il saluto può essere imposto (braccio teso fascista o Heil Hitler). E si può non darlo o toglierlo. Se ci si incontra è accompagnato da un sorriso (anche sarcastico o beffardo) e dalla stretta di mano, che nasce originariamente dal mostrare che la mano è senza armi, inerme. Una gamma infinita di saluti. Per abitudine, cortesia. Lontani dal significato originario. Come l’universale Goodbye (nella riduzione bye bye) proviene da un originario e arcaico God by ye, Dio sia con te. Come il tedesco Gruss Gott, Dio ti saluti, benedica. Simile al nostro “Dio ti aiuti”, l’augurio per ogni inizio di lavoro. E il popolarissimo ciao? Dal veneto s’ciao, dal latino sclavus, servo tuo. Come quel politico molto “criticato” perché salutava dicendo sempre “sono a disposizione”.

Il “buon Natale” assume un valore diverso se uno crede o non crede. Proprio i non credenti, sono, nei paesi occidentali, pronti a smarcarsi. Io credo abbia un senso universale in nome d’una tradizione nella quale hanno creduto folle e moltitudini, infinite generazioni. Non è bello ricordare un evento semplice e quotidiano e sentirsi parte di una collettività che affonda nelle radici della storia? L’immagine di una donna partoriente (Maria), l’augurio per l’accoglienza di un essere inerme non sono alla base dei nostri valori? Maria partoriente è dipinta sempre con gli occhi a terra… L’umiltà, la compassione, la pietà non costituiscono una parte importante della nostra cultura?

L’augurio di buon anno è diverso. Da sempre ci auguriamo pace, prosperità, salute. A livello globale e particolare, collettivo e personale. Sono saluti augurali estensibili a tutti?

Riporto (riformulato nella parte finale) un dialogo celebre, tra un passeggero e un venditore di almanacchi. E’ di Giacomo Leopardi. Passeggero. Credete che sarà felice l’anno nuovo? Venditore. Sì certamente. Si spera almeno. P. Come quello passato? V. O no! Di più. P. Non vorreste che assomigliasse a nessun anno precedente? V. No, in verità, illustrissimo. P. E pure la vita è una cosa bella. Non è vero? V. Cotesto si sa. P. Oh che altra vita vorreste? La vita ch’ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? V. Non saprei… Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz’altri patti. P. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell’anno nuovo? V. Appunto. P. E questo che vorrei ancor io… E così tutti. Ma questo è segno che il caso ha trattato tutti male e che nella vita di tutti ha più peso il male che il bene. Quella vita che è una cosa bella, non è la vita che si conosce; non è la vita passata, ma la vita futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero? V. Speriamo che gli uomini nell’anno che viene siano più uniti… P. Anche io condivido cotesto. Una catena sociale, di compassione, rispetto… Dunque mostratemi l’almanacco più bello che avete”.

Noi al contrario di Leopardi possiamo essere più precisi nelle richieste: vorremmo la fine di due conflitti. In Ucraina i paesi occidentali danno a un popolo le armi per combattere e difendere la libertà dei paesi europei. Lì i giovani muoiono a decine di migliaia e noi siamo tranquilli a casa nostra! A Gaza si distrugge, annienta un popolo, togliendogli tutto… E noi discettiamo se si tratta di genocidio o meno.

Il mondo di prima non c’è più. Onu, istituzioni internazionali… ci guardiamo intorno e vediamo che non ci sono punti di riferimento. Un nuovo ordine? Riarmo. Economia di guerra. Mentalità di guerra. Queste le parole dei leader europei. Mentre la malattia di “Gaia” è irreversibile. Il riscaldamento globale avanza e le scadenze sono accantonate e rinviate. Ci si comporta, come quella città, di cui parla Leopardi, circondata da un esercito aggressivo e agguerrito, che, “sul più vivo incalzar degli assalti”, dimentica i nemici mentre le varie fazioni prendono le armi e combattono tra loro. Forse solo un Dio ci potrà salvare, diceva un filosofo del ‘900. Intanto la Chiesa (unica superpotenza globale insieme agli USA) celebra il Giubileo. Due le parole più citate: Speranza e Coraggio. Sarà l’ultimo? E’ già previsto quello del 2033 (duemila anni dalla morte del fondatore). Poi chi lo sa? Il cattolicesimo potrebbe potrebbe non essere più lo stesso.

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