Le lacrime di Decaro e quelle di Giorgia. Il filosofo – teologo e l’innominato candidato.
Chi avrebbe pensato che il Pd in Puglia raggiungesse tali risultati? Le inchieste dei mesi scorsi sembravano annunciare il crollo. Invece Decaro trascina il PD, nel Sud, in Puglia, un po’ meno in Capitanata.
A Manfredonia le intercettazioni “giù le mani” aprivano vecchie ferite, alla Regione le indagini della magistratura mostravano le crepe della “modalità di governo” di Emiliano, mentre la Commissione di accesso per infiltrazione mafiose nel Capoluogo coinvolgeva il Sindaco. Una reazione generale di sorpresa e scetticismo, i Baresi, e non solo, difendevano il buon governo di Decaro, la buona fama dell’amministrazione pubblica ormai consolidata. Bari è cambiata. Bari vecchia, in modo particolare. E’ passato qualche decennio, da quando era sconsigliabile addentrarsi… ci si fermava ai bordi: piccoli locali affollati, stretti, densi di odori. Ricordo “Il buco” (solo spaghetti al sugo, eccezionale per quantità, condimento, costo), frequentato da trasfertisti, sindacalisti, ferrovieri, universitari fuori sede… Bari vecchia è cambiata ma non “gentrificata”. Restano gli abitanti di sempre, piccoli negozi e attività commerciali, friggitorie, rivendite di orecchiette fatte in casa… Sedi staccate di servizi municipali. Un centro storico popolare e percepito con i 5 sensi. Decaro non è un trascinatore, non un “mattatore” come Emiliano. “Resta un mistero, non ha idee che coinvolgano...” – dice un dirigente Pd di Manfredonia. La gente, invece, apprezza la disponibilità e discrezione, lo ricorda mentre passeggia per le vie deserte di Bari, da solo nella pandemia, con le lacrime agli occhi. E ancora nei giorni precedenti l’ingresso dei commissari antimafia: lo sfogo, la commozione… e “li accoglierò con la fascia”.
Le lacrime di Decaro (un tempo segno di debolezza) aprono all’empatia? La gente vi legge premura, vicinanza… Giorgia segue un’altra via, ribatte a De Luca (sono io quella stronza!), non nasconde risentimenti, e non dimentica. Ai soldati in Libano fa riferimento alla lontananza dalle famiglie nel giorno di Pasqua, si commuove (lei madre pensa alle madri), ma si mostra subito forte, provocatoria: i soldati difendono la pace, non cosiddetti “pacifisti” che stanno a casa sul divano. Piace l’immagine “virile”, filtrata da tratti popolari, la scaltrezza e disinvoltura tra i potenti della Terra (G7). Ma attenzione, la Schlein si avvicina e sembra interpretare un altro copione.
Siamo tutti assetati di autenticità, ricerchiamo forme di “umanizzazione” della politica. La credibilità di un leader, più che dalle idee, dal programma, deriva da qualcos’altro… la domanda frequente è “ma che tipo è?
La città è una sorta di teatro. La politica (e la campagna elettorale) un palcoscenico sul quale molti vogliono salire. A Manfredonia, il Pd, con accordi di vertice (Bordo PD – Conte 5 stelle), prova a bloccare uno strano candidato, che avanza. E i due grandi partiti restano con il cerino in mano, costretti a inseguirlo.
Lamarca, chi è costui? Cantastorie, volontario, solo un comprimario… Nessuno lo conosce. Impegnato nel sociale, dice lui. Parla sempre di comunità… Non ha le physique du role, si sentenzia.
Lamarca risponde nel comizio di chiusura. “E’ incredibile che uno come me sta davanti a voi!” Una famiglia semplice, umile. Mai emerso nel dibattito pubblico, scarsi interventi sui social… Sposato con 4 figli, costretto a restare qui. Ha cominciato a interessarsi di immigrazione con gli scalabriniani, poi a Foggia scopre De Paolis e i salesiani… mediatore culturale, operatore sociale in cooperative e vari servizi, attivati con bandi pubblici. Impara dai fallimenti, studia e lavora.
Fin dall’inizio Il filosofo Michele Illiceto mostra attenzione alla campagna elettorale e al candidato innominato. Vuole scoprire i burattinai. Diversi i post su Facebook… Poi lo smascheramento finale: impegnato nel sociale? L’innominato candidato è un millantatore. Tutto quello che fa non ha alcuna gratuità, non è volontariato… Confonde i “nobili volontari” con i professionisti del sociale. Gli amici di Lamarca sono sorpresi, irritati. “Perché non dice il nome?” “Perché non rivolge critiche precise e dirette?”
Illiceto è filosofo e teologo, “formatore” di tanti che partecipano a pubblici concorsi. Ma ha sensibilizzato i suoi alunni alle problematiche degli anziani (casa di riposo Anna Rizzi), è animatore del progetto Nicodemo… Mento se affermo che Illiceto è un docente impegnato nel sociale? Lamarca è animatore nei Grest parrocchiali in percorsi di cittadinanza attiva, ha sperimentato forme originali di integrazione (teatro, feste interetniche…), usato la musica per raccontare storie di emarginazione, sostenuto la lotta NO CAP. La Casa dei Diritti di Siponto, nell’anno della sua gestione, pullulava di iniziative non previste nel contratto di affidamento. Mento se dico che è impegnato nel sociale?
Lasciamo stare burattini, burattinai, cavalli di Troia. Parliamo di politica. Al ballottaggio: La Marca (46,64) e Galli (25,76). Situazione simile a Bari: Leccese (48%) e Romito (29%). Analoghe percentuali sulle astensioni (oltre la metà): fatto di proporzioni nuove. Ai non votanti guarda a Bari, Romito: si rivota senza liste e clientele, voto libero. E tutto può accadere