La casa brucia, l’orrore ci circonda. La politica non c’è. Occupiamoci di punti e virgole.

SOCIALE

C’è disincanto intorno, sfiducia… Si deve tornare a fare le cose abituali, ma con sempre più fatica. Gli orizzonti sembrano ristretti. Pandemia, clima, guerra lasciano il segno. E niente di nuovo appare sotto il sole.

Mimmo, un amico di Milano, mi ha segnalato un pezzo del filosofo Agamben che si apre con una citazione di Karl Kraus. A una persona che gli chiedeva del bombardamento giapponese su Shangai (1932) rispose: “So che niente ha senso se la casa brucia, ma finché è possibile io mi occupo delle virgole, perché se la gente che doveva farlo avesse badato che tutte le virgole fossero nel punto giusto, Shangai non sarebbe bruciata. Uno scherzo, un paradosso? L’invenzione della punteggiatura nasce cinquecento anni fa. Non ci sono regole certe. E’ un esercizio difficile da compiere quello di prendere una frase complessa e lunga, con molte subordinate, priva di punteggiatura, e farla mettere agli alunni. Noi abbiamo aggirato l’ostacolo, periodi brevissimi e il punto. Scomparsi gli altri segni di interpunzione. I tweet, utili per comunicare in modo immediato ed efficace, sostituiscono per pigrizia e opportunismo ogni ragionamento. Il Papa ha inviato un messaggio a un convegno di giovani russi e cattolici e ha parlato di identità, della loro cultura, ha fatto riferimenti storici … Dall’ambasciatore ucraino proteste veementi: esaltazione dell’imperialismo russo! Come lo scorso anno il gesto di far portare la croce del Venerdì Santo a una donna russa e una ucraina. Alla visita in Mongolia, per incontrare 1500 cristiani, e al saluto verso il “nobile popolo della Cina” si commenta con tweet infastiditi, brevissimi e uguali.

Le autorità di Bruxelles (seguiti da tutti i capi di governo) con un tweet, e con gli elmetti, annunciano per primi che l’Ucraina deve combattere fino alla fine, e che combatte per noi… Una menzogna e una vergogna se fosse vera. E le sanzioni? Sarebbero state risolutive in pochi giorni. La consegna di armi? avrebbero aiutato a porre fine la guerra. E poi ostracismo all’arte russa, alla lingua russa… Tutto annunciato come assolutamente necessario. Questa guerra è come tutte le altre incontrollabile e inutile. Di inenarrabile ferocia.

Karl Kraus (1874 – 1936) scrive  Gli ultimi giorni dell’umanità, un’immensa opera teatrale: racconta l’orrore della prima guerra mondiale, in un intreccio di voci, allucinazioni, dichiarazione boriose e ignare dei potenti, chiacchiere (capannelli, caffè, salotti…)… e poi i lamenti inarticolati e inascoltati delle vittime. Un’opera senza consolazione e senza assuefazione. Non è una tragedia che presuppone una colpa. Centinaia di personaggi impegnati in uno spettacolo comico, frasi fatte, parole segnate dalla non consapevolezza di ciò che producono. L’opera di Kraus non parla solo della prima guerra, ma anche della seconda, e anche dei massacri e delle guerre di oggi.

La “miseria” della lingua è anche nella nostra quotidianità. Avremmo dovuto parlare di Pnrr (53 milioni di Euro destinati a dare una sistemazione dignitosa agli immigrati del Tavoliere!), della scuola che riapre, del linguaggio con cui affrontare con i bambini stupri e violenze… Invece si è parlato di sesso. Ci si è scandalizzati per il libro di un’attrice porno e ancora più per le vicende “erotiche” di sacerdoti e la quasi ingiunzione al vescovo di una inchiesta. Notizie queste che hanno fatto il giro del web.

Noi siamo donne e uomini di parole, il linguaggio è la nostra casa, e se pensiamo e agiamo male la causa è nel rapporto alterato che abbiamo con la lingua, ridotta a frasi fatte, ripetute… Sembra ci sia una regia nascosta che suggerisca parole, accostamenti, norme… è difficile trovare un pensiero, un punto di vista personale. Ora le virgole (i due punti, il punto e virgola, il punto esclamativo…) sono pause di riflessione, esprimono dubbi, incertezze… C’è sempre più ‘impressione che chi maneggia una lingua lo faccia secondo le proprie convenienze, e si sia perduto il rapporto con la verità, mentendo, senza nemmeno rendersene conto. E’ il caso delle polemiche a Manfredonia di questi giorni? No. Qui c’è qualcosa di molto più grave. Ci sono i fondi del Pnrr. Ci sono stati atti importanti approvati dalla Giunta Rotice agli inizi dell’anno, nel silenzio generale. Ora emerge un’altra delibera che riguarda progetti (insediamenti agroalimentari) e fondi da utilizzare sulla pista di Borgo Mezzanone… Omissioni, assenza di informazione, opinione pubblica inesistente. A che servono le parole?

Che fare? Continuiamo a occuparci delle virgole anche se la casa brucia. Parliamo con cura, prestando ascolto a quello che diciamo, ma anche a quello che le parole ci suggeriscono. Ho ascoltato a Mattinata (Festa dei popoli) il monologo di Mamadou (Costa d’Avorio) sul suo viaggio dall’Africa in Italia, un po’ lungo, una recitazione non sempre fluida, … ma il pubblico straordinariamente attento. Perché era una testimonianza diretta? Forse perché le parole di Mamadou (in italiano) mostravano la freschezza, la meraviglia di chi scopre le parole e i suoni di un’altra lingua.

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