Centomila alberi lungo le strade del Tavoliere… e fare la pace con i pini e gli eucalipti.

POLITICA LOCALE

Campano d’aria, di luce e di sole. E salvano il mondo. Servono miliardi di alberi. Non per invertire la rotta e le immissione di CO2, ma per prendere tempo.

“Noi facciamo la guerra, al clima pensateci voi“. L’Unione europea invita le città a rivedere le aree abitative, quelle a verde, a proteggere gli abitanti, costruire canali per possibili inondazioni. I cittadini devono rivedere abitudini e comportamenti ed essere aiutati i a sostenere le ondate di calore: il verde deve essere vicino alle abitazioni, gli anziani poter passeggiare al fresco, le auto non dovrebbero parcheggiare davanti all’uscio delle case a pianoterra.

Sembra che ci sia ormai una rassegnazione al riscaldamento globale. Poi, scrive Stefano Massini, quando il pianeta Terra sarà “una palla annerita”, ormai non recuperabile, si potrà comunque dire “fu colpa della Russia” . Le città si muovono… A Boston il progetto più ambizioso: ridisegnare 75 chilometri di costa per allontanare i residenti dalle acque atlantiche del Massachusetts a rischio per innalzamento delle maree. A Milano il servizio di trasporto pubblico sarà potenziato del 50% e piantati 3 milioni di alberi entro il 2030. In alcune regioni dell’Europa si parla di ecoquartieri… E le città africane e asiatiche… e Saint Louis (Senegal) che perde ogni anno diversi metri di costa?

In tutti i piani urbanistici il verde è rimasto per lo più sulla carta. A Manfredonia, le nuove zone residenziali sono tante isole separate, con ampi spazi abbandonati. La ricucitura è un’urgenza urbanistica, sociale e politica. Una Green Belt. Nelle nuove aree, lungo gli immensi viali dei Comparti, nelle rotonde immense…  quante possibilità per creare aree verdi! C’è però un atteggiamento “schifiltoso” di fronte agli alberi. Quasi ovunque (via Di Vittorio, Monticchio…) sono rifiutati: sporcano, poi gli uccelli… Si preferisce un paesaggio “tutto pulito”, asettico, e sono gli anziani stranamente i più insofferenti.

Nei confronti di pini ed eucalipti c’è una vera e propria guerra. Eppure, in città e nei dintorni, quelle poche piante sopravvissute creano angoli di benessere e sollievo. A Siponto il verde sta scomparendo. La caratteristica della borgata sorta oltre 80 anni fa erano proprio i viali alberati. Sono centinaia i pini tagliati negli ultimi anni. Era necessario, si dice, sono cresciuti male, storti, e poi il manto stradale in alcuni tratti non percorribile, pieno di protuberanze e spaccature. Tutto vero. E’ mancata, però, la cura, le potature. Dove intorno ai pini c’è uno spazio vitale per respirare, lì strade e marciapiedi sono intatti.

Il Tavoliere ha cambiato spesso paesaggio. Nei secoli della transumanza (dal ‘400 agli inizi dell’Ottocento) gli alberi erano proibiti. In seguito all’abolizione della “Dogana delle pecore” (1806), si formarono estesi latifondi, coltivati solo a grano, senza miglioramenti fondiari. Ancora nell’Ottocento i tre torrenti (Cervaro, Candelaro, Carapelle) inondavano vaste aree verso la foce, e la malaria regnava sovrana. Dobbiamo aspettare le bonifiche (anni trenta e cinquanta del Novecento) per vedere mutare il paesaggio: Case cantoniere, i poderi ONC, quelli dell’Ente di Riforma, scuole, strade alberate… poi l’abbandono delle case coloniche, l’uso intensivo dei terreni… E gli eucalipti bruciati e sradicati.

Proviene dall’Australia piantato nelle aree da bonificare perché “beve” acqua come una spugna e tiene lontano le zanzare. Sul primo punto va bene, il secondo forse è un effetto collaterale, perché, assorbendo l’acqua stagnante, impedisce alla zanzara di proliferare. Lo scrittore Antonio Pennacchi paventa una specie di congiura politica. Ogni eucaliptus che si vede in giro, “è un segno permanente del fascismo e dell’Era fascista. Dopo la caduta del regime si abbatterono tutti i fasci delle torri littorie e le immagini del Duce. Ma per un’azione più efficace bisognava estirpare ogni eucaliptus”.

Un milione di alberi ha promesso Berlusconi. Una gaffe inaspettata, lui di solito generoso negli annunci. Piantare alberi (ma decine di miliardi), aiuta, ma non risolve. Nel Tavoliere lungo strade e aree pubbliche si possono piantare 100.000 alberi di pini ed eucalipti (crescono in fretta e resistono bene alla siccità) e ripristinare le aree frangivento… poi “rileggere” il piano paesaggistico regionale. Qualcuno lo conosce? Le associazioni ambientalistiche sanno che esiste? Si è disposti a parlarne in campagna elettorale?

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