Russia – Ucraina. Il passato che non passa. Chiamata alle armi e l’obbligo del coraggio.
“Sciagurata quella terra che ha bisogno di eroi”. Tutti devono prendere posizione. Se qualcuno condanna nettamente Putin ma osa dire qualcosa sulla strategia europea non ha più “voce”. Se parla di Dostoevskij, degli atleti disabili russi… è guardato con sospetto.
L’invasione. Un atto di forza imperiale e criminale. E’ chiara la responsabilità di Putin, massima e senza giustificazione. Non mostra alcuna visione politica chi lascia alla guerra e alla forza la soluzione dei conflitti.
L’Occidente e le armi agli ucraini. Per fare cosa? Continuare la guerra per un altro mese? Sacrificare il popolo per dimostrare che Putin è peggiore di Hitler? Oltre questi morti (già dichiarati eroi), oltre questi profughi… Per le armi l’Europa c’è… Per l’accoglienza profughi, si va in ordine sparso.
A Manfredonia si raccolgono beni per le famiglie nascoste nei sotterranei… “saranno di aiuto per i civili che sono scesi in guerra sprovvisti di tutto”. Così dice un comunicato. Si forniscono gli elenchi delle cose da donare, tra farmaci e prodotti per l’emergenza, c’è “roba militare anche per donne” (caschi, ginocchiere…). E si è più espliciti su facebook: Kit per un combattente e per dieci (imbracature, bendaggi israeliani e occlusivi, barelle…).
La Russia e la nostalgia del passato. Dopo l’accordo del 1991 che segna la fine dell’Unione Sovietica come soggetto giuridico, che cosa è accaduto? Al di fuori dei paesi baltici, in tutto il resto dell’immenso paese sono nate tante piccole repubbliche, con un marchio di fabbrica: continuità delle élite sovietiche (dirigenti di partito, funzionari Kgb, generali…). Regimi autocratici, oligarchie, apatia politica. Stati con confini incerti e infinite dispute territoriali. Negli anni Novanta e oltre, conflitti con decine di migliaia di morti. Nella Russia (che controlla l’immenso deposito di armi nucleari), la rielaborazione della memoria dello stalinismo e del regime sovietico non ha prodotto movimenti democratici. Se in Ucraina l’abbattimento di statue è stato a tappeto, in Russia proliferano oggetti simbolici (monumenti, strutture architettoniche, film, canzoni…), che celebrano il passato e soprattutto la vittoria nella seconda guerra mondiale (un Pantheon degli eroi che si cerca di mantenere vivo). Una nazione, una maggioranza ideologizzata. Stalin è il personaggio più amato, quasi il 50%, il triplo di Putin… Nell’Unione Sovietica si respingeva il passato per un futuro (sempre più sbiadito) da realizzare, nella Russia di Putin ci si volge solo al passato (l’età dell’oro). Il futuro è caos. Nessun nuovo discorso politico. Un ritardo di 30 anni. Le cose potevano andare diversamente.
Leader occidentali e ucraini… si muovono per una resistenza a tutti i costi. Tutti da 18 a 60 anni in prima linea. Si riempirà un Pantheon di eroi…
“Una guerra si vince con molte battaglie”. Proviamo a cambiare lo scenario, a pensare come si può “vincere” facendo tacere le armi. La resistenza passiva, di popolo, di mamme. In Ucraina e nella Russia. Se l’opposizione si trasferisse all’interno, se il popolo si riunisse e scegliesse l’altra via, quella della non violenza. Quella delle madri di Plaza de Majo a Rio de Janeiro… pensando a Mandela, Gandhi… La difesa armata legittima finora c’è stata, ad essa è dovuto il rallentamento dell’invasione russa. Perché costringere i giovani a sacrificarsi? Oggi è possibile impegnarsi diversamente, all’interno, la protesta quotidiana, con la forza della comunicazione, della parola che corre veloce, degli strumenti di informazione.
Putin più che la Nato teme la democrazia ai suoi confini. Teme le firme di ricercatori e scienziati, delle mamme. Le proposte della Comunità di S. Egidio e di altri: Kiev città aperta… blocco operazioni belliche, tavoli della pace. E’ pacifismo o realismo? Le condizioni all’interno sono drammatiche e rischiano di esserlo ancora più. Quelli che fuggono sono quelli che possono farlo, hanno i mezzi e sanno dove andare… Si intervistano coloro che tornano indietro a combattere, ma ci sono mamme e mogli che non fanno uscire di casa figli e mariti, altri passano il confine, non vogliono combattere e si vergognano… “Hai visto che coraggio! Noi non saremmo capaci”, sento dire. Che cos’è il coraggio e cosa la viltà? Questo tempo è maledetto se per dar prova di coraggio si deve prendere il fucile e scendere nelle trincee.