Nel triangolo di “mafia”. Un racconto in otto scene e tre “quadri”.
La mafia non si vede, esplode ogni tanto… Chissà! Se si facesse un sondaggio tra la gente…
Prima scena. Monte S. Angelo. L’auto dell’assessore brucia. Il Sindaco è sgomento, scoraggiato. “Non possiamo essere lasciati soli. Qui si va nelle scuole, ci muoviamo rispettando le regole… questa emergenza non finisce mai!”
Seconda scena. Prefettura. Bombe a S. Severo, Foggia, a Monte. E a Manfredonia? Avvertimenti al direttore Ase, qualche auto in fiamme. Ma non si sa se è dolo o corto circuito! “Il percorso di un Comune sciolto per mafia è lungo e tortuoso. La mafia si adatta, lo Stato risponderà. Nuovi rinforzi”. “Solo repressione o intelligence?” “”La società e la politica che fanno?” “I cittadini denunciano, e poi?”
Terza scena. Teatro Dalla. 12 dicembre. Il procuratore Gratteri parla della ndrangheta che si insinua ovunque e della politica che non se n’accorge… “Voi pensate che la mafia si siede al tavolo con sindaci, assessori… La mafia si pone più in alto, orienta le scelte, le opere da fare… ora con il Pnrr che accadrà? Gli apparati burocratici dei comuni che resistenza opporranno?”
Quarta scena. Manfredonia. Consiglio comunale. In città non si parla di mafia, non lo si è fatto nemmeno in campagna elettorale. Responsabile di tutto pare sia la commissione straordinaria… “E’ lo Stato che fa spot”. A conclusione della riunione del Consiglio, il Sindaco compie un’interessante distinzione tra due legalità, quella dei fatti che risolve i problemi e quella dell’opposizione, ovvero delle parole. Accorato comunque l’appello: cooperare, lavorare insieme… Vogliamoci bene.
Quinta scena. Mattinata è sul crinale, ma non si può mai essere tranquilli. Ci si domanda: da quando è cominciata? “Con la chiusura dei partiti politici, poi dei circoli… Si discuteva di tutto prima, poi il silenzio. Nei luoghi collettivi (mercato, piazze…) si affacciava qualche personaggio… non diceva nulla, si faceva solo vedere. Ora i luoghi di incontro non ci sono più”. “Noi contribuiamo a eleggere i deputati di Manfredonia, vengono solo a chiedere il voto… poi non li vediamo più”
Sesta scena. Sede PD. “A queste latitudini lo Stato non c’è”. Nonostante le sconfitte, in quota Pd ci sono sempre un deputato e un consigliere regionale. In totale sono 5 tra Parlamento e Regione. “Se aprissero un ufficio, un luogo di ascolto…” “Eppure sono i rappresentanti del territorio!” Un paio di persone discutono di Pnrr e Meridione. La mafia? Domanda nel vuoto. Sono contagiati dal rientro di D’Alema. “La volpe del Tavoliere”.
Settima scena. Manfredonia. Porto turistico. “Avete sentito la prof? I giovani contro la mafia” “Tutto si riduce a incontri a scuola… passerelle…” “Io ho dato una mano in campagna elettorale, si parlava di dare uno spazio ai giovani…” “Sì! Appena sono eletti non sopportano idee diverse, la polemica, lo scontro…”. “Antidoto alla mafia? sono i partiti?” “Vi ricordate quell’articolo letto in classe? La gente per le strade, le botteghe, le piazze. E’ la gente che protegge la gente!”. “L’articolo parlava pure di altro, informazione, associazioni… ma molte non si sa se riapriranno dopo la pandemia?”
Ottava scena. Studenti In attesa dell’autobus per Mattinata. “Avete sentito la proposta di Unione dei comuni – Manfredonia, Mattinata. Monte S. Angelo?” “Per fare che? Manfredonia lascerà spazio?” “Si creerà un dibattito pubblico più ampio sullo sviluppo, la legalità!” “Io di questi discorsi mi sono stufato. Sono convito che la legalità è quotidiana, è far funzionare le cose, se la vita democratica fosse vivace…”
Tre quadri. 1. A Mattinata, i bambini imparano da piccoli ad agire con circospezione, ci sono luoghi pubblici che non sono frequentati liberamente. Si aspetta l’estate… 2. A Monte S. Angelo silenzio… un degiovanimento radicale. Un vecchia sola seduta sui gradini, al sole del pomeriggio. “Manca la chiacchiera, il pettegolezzo, le voci… la mafia… a questi delinquenti farei una grossa pernacchia…” 3. A Manfredonia, c’è la folla in Corso Manfredi, Porto turistico. Si aspetta la fine del Covid. Si racconta di un sogno comune. Sindaco, assessori, consiglieri… Come in una vecchia pubblicità televisiva: l’incubo di una persona con una pancia enorme… Si sveglia e si accorge che “la pancia non c’è più!”. Ora l’incubo è la mafia. Si svegliano e gridano “E la mafia non c’è più!”.