Le domande che non si fanno alla politica (e ai sindaci) e che sono la sostanza delle cose.
A Manfredonia, al termine di un dibattitto, prima del voto, chiusa la diretta televisiva, un imprenditore agricolo ha posto la domanda che riteneva fondamentale: la diga di Occhito e la carenza idrica.
In occasioni del genere le domande sono “generali e universali” (nel senso che tutti possono rispondere): famiglia, giovani, conti pubblici, lavoro, legalità… Domande che vanno bene ovunque e a qualsiasi livello. Ci sono, però, questioni pubbliche e importanti, che stentano a trovare spazio, anche in campagna elettorale.
Siamo nel Sud, c’è il Pnrr, si è in ritardo e alcune scadenze sono fissate per il 31 dicembre. Manfredonia è beneficiaria di fondi per il porto… ma c’è anche l’agricoltura, settore che (insieme al turismo) permette all’intera Capitanata di non sprofondare.
A Manfredonia è da sempre la cenerentola politica. Le strade nelle campagne del Tavoliere sono impercorribili, ci sono dei cartelli che segnalano non il dissesto del manto stradale, ma il divieto assoluto di percorrere lunghi tratti. Una pianura dove si sperimentano nuove coltivazioni, non più solo pomodori, ma prodotti ortofrutticoli variegati, vigneti ed ora uliveti “spagnoli”, vaste estensioni di alberelli fitti e compatti. Un Tavoliere vivace a livello colturale, ma fragile e poco sorvegliato, utilizzato dalla criminalità per disperdere rifiuti, case cantoniere da tempo abbandonate e poste all’asta, numerose masserie “storiche” abbattute (Feudo della paglia, Ramatola…).
Pnrr: ci vogliono progetti innovativi e tempi certi di realizzazione. Per l’agricoltura sono disponibili a livello nazionale 8,8 miliardi. Uno degli interventi riguarda la questione sollevata a Manfredonia dall’imprenditore di cui ho parlato sopra: infrastrutture irrigue. La diga di Occhito, costruita negli anni 1958 – 1966, è un’opera di vitale importanza per la provincia di Foggia, fornisce acqua per uso civile, industria e agricoltura. Il controllo, effettuato nel febbraio 2020, è stato positivo; la commissione ha detto che “non ci sono anomalie capaci di incidere sulla sicurezza”, ma ha chiesto alle istituzioni investimenti per una manutenzione adeguata all’evoluzione tecnico scientifica. Il Pnrr pone ora una somma consistente per il rilancio e il rafforzamento degli impianti irrigui.
Il Pnrr riguarda i parchi fotovoltaici (1,2 miliardi). Per essi alcune ditte hanno già individuato i terreni, fatto promesse agli agricoltori così vantaggiose che non conviene più coltivare. Ditte che aspettano gli incentivi del Pnrr… ci guadagneranno due volte, con i finanziamenti e poi con la vendita dell’energia prodotta. Il ministro Patuanelli non vuole sottrarre ettari all’attività agricola, e vorrebbe impiantare i pannelli fotovoltaici sui capannoni, sulle stalle… Una posizione condivisibile, su cui si deve aprire un dibattito pubblico. Il Tavoliere è pieno di gigantesche pale eoliche, che hanno modificato il paesaggio dei Monti Dauni e che nessuno ha cercato di regolamentare. Mentre impianti offshore nel Golfo hanno trovato opposizione tra ambientalisti e cittadini.
Ci sono poi fondi importanti per l’innovazione e la meccanizzazione, in particolare per ristrutturare i frantoi (quelli “storici” dell’area garganica e quelli che in Capitanata dovranno servire le nuove piantagioni di uliveti). Fondi per la logistica, con la ripresa economica aumenta anche l’export e la necessità di piattaforme di raccolta e smistamento, e per i contratti di filiera: la concertazione infatti può favorire la transizione sostenibile e aiutare a gestire la crisi provocata dall’aumento delle materie prime.
Infine gli impianti di biogas e biometano (manca ancora il decreto sugli incentivi). In provincia di Foggia un mese fa è stata presentata la richiesta di un grosso impianto per bruciare sottoprodotti di agricoltura, industria e zootecnia, e ed anche rifiuti organici e fanghi provenienti dalla depurazione delle acque reflue. Non so come viene classificato l’impianto (in funzione da anni) per il trattamento dei rifiuti di Tressanti, tra Cerignola e Manfredonia. Mi rendo conto di aver fatto un elenco arido di interventi e parlato ancora di un’area fragile, insicura e che non interessa i cittadini. Eppure il Tavoliere è oggi straordinariamente ricco di opportunità. Le nuove amministrazioni di Cerignola e Manfredonia sapranno riportarlo al centro dell’interesse pubblico?