A che serve l’Università di Foggia? A che serve la Capitanata?
L’università di Foggia cambia. Organizzazione, legami con il territorio, relazioni… Questo dice un manifesto. Cambia con nuovi corsi e discipline.
Si ha, però, l’impressione che ogni Rettore inserisca qualche cosa che gli appartiene, coerente con i propri studi. Con Ricci, il potenziamento di giurisprudenza (e criminologia), con Volpe l’archeologia, e ora con Limone (psicologo dell’educazione) si apre un corso triennale di scienze e tecniche psicologiche. Sono aggiunti, inoltre, corsi psicoeducativi specifici (misurazione qualità della formazione, gestione dello stress, sostegno al lavoro di gruppo). Non manca il potenziamento dell’area sanitaria… “tutto coprogettato nel periodo della pandemia, ascoltando le associazioni del territorio”. Si ha l’impressione che attività produttive, idee di sviluppo e futuro… siano lontane, inesistenti.
La didattica a distanza, messa in discussione nelle scuole, pare che, a livello universitario, raccolga consensi, soprattutto tra i docenti! Ci sono già università on line, ora c’è la tentazione di rendere duratura una modalità che potrebbe valere solo nell’emergenza, per cui si parla di pacchetti di contenuti che assicurerebbero una formazione più pratica, tranquilla, a casa. Non si dicono i rischi per la formazione critica dei giovani. Una modalità che esprime fiducia nei dati freddi della conoscenza, elaborati da comunità scientifiche asettiche, Ma soprattutto vanifica l’utilità del confronto, spegne la vita universitaria come esperienza viva, scambio umano soprattutto tra studenti. La “lezione universitaria” non è ripetitiva e scontata, può suscitare assenso e perplessità, può essere interrotta e integrata.
L’Università a Foggia è stata istituita il 5 agosto 1999. Un ateneo a servizio del territorio, in una provincia estesa e varia a livello sociale ed economico. Con l’Università a Foggia nacquero sedi staccate a Manfredonia, Vieste, S. Severo, Cerignola, Lucera. L’università sotto casa, senza biblioteca, vita culturale, vivacità… suscitò molte perplessità. Le sedi staccate ebbero vita stentata, alcune chiusero naturalmente, altre per decisione ministeriale nel gennaio 2010.
Sul giornale Corriere del Golfo uscì un articolo nel 2001: “Perché questa proliferazione di Università? Invece di sedi staccate, perché non potenziare l’Ateneo foggiano? Far studiare i giovani fuori, permettere contatti e rapporti… un valore aggiunto che accompagna gli studi universitari”. Molti condivisero, ma quando certe idee sono sulla cresta dell’onda è difficile contrastarle. Se volessimo fare oggi un conto di quanto è stato speso e quanti sono stati gli studenti beneficiari, il risultato è pesantemente negativo.
Con l’apertura dell’Università di Foggia è sciolto dalla Prefettura il Consorzio di Provincia e Comuni nato alcuni anni prima per sostenerla. Dopo pochi giorni, però, stranamente nacque un nuovo Consorzio. Nel dibattito nel Consiglio comunale di Manfredonia si chiese il potenziamento della sede staccata con due corsi di laurea (Economia e gestione dell’ambiente e del territorio e Logistica della produzione). Non mancò una terza proposta, un corso di laurea in beni culturali. Ma non mancò chi ironizzò sia sulla concorrenza con Foggia e sul nuovo Consorzio superfluo e inutile, che ha pesato sul bilancio dei comuni sottoscrittori fino al 2012. Le sedi staccate furono disattivate il 27.01.2010.
L’Ateneo è attivo nel campo della ricerca nei settori dell’alimentazione e dell’agricoltura, dell’archeologia, della tutela dei beni culturali… Il Comune di Manfredonia ha utilizzato le professionalità dell’Ateneo di Foggia per 2 importanti opere: Storia di Manfredonia in 4 volumi e la ricerca antropologica, “Di terra e di mare”.
E ora quale la funzione dell’Università nella situazione sociale, economica, culturale della Capitanata? Scarsa o assente è la partecipazione, anche dei singoli docenti, nella discussione e nell’approfondimento delle tematiche che interessano il territorio e il Sud. Un silenzio preoccupante in un momento di stagnazione sociale ed economica in una provincia che ha visto lo scioglimento per mafia di quattro comuni (tra cui il capoluogo), la notevole perdita di abitanti e la partenza di molti giovani. La crisi della politica e il silenzio di una istituzione importante è preoccupante in un momento di profondi cambiamenti e una fase di programmazione e investimenti europei nel campo dell’innovazione. A che serve l’Università di Foggia se non prova a rispondere alla domanda: A che serve la Capitanata?