Carlo Didimi. Un campione per Leopardi. Il valore dell’agonismo nell’infanzia e adolescenza
La mattina dopo la finale europea, alle 6, un folto gruppo di ragazze e ragazzi (almeno una trentina) in una strada di Siponto giocava in cerchio a pallavolo. Erano stati svegli tutta la notte a festeggiare e giocare sulla spiaggia.
Qualche minuto dopo, nei pressi del Castello a Manfredonia, un gruppo altrettanto numeroso, ancora con le bandiere, cercava un posto in spiaggia per potere giocare. Adolescenti. Quelli che non guidano e non hanno fatto il “carosello” con le auto. Hanno fatto l’unica cosa giusta. Lo sport ha una forte spinta imitativa. “Una attenzione che si rivolge solo al calcio”, dicono sprezzantemente alcuni. Ma perché è semplice, corale, collettivo, povero. Basta uno spazio aperto, come per il rugby, la pallamano, la pallavolo. Sono i giochi di gruppo, che sviluppano il senso delle regole, il controllo di sé, il confronto fisico con gli altri.
Sono sport democratici, rispetto a quelli aristocratici e individuali. Nello stesso giorno c’era la finale di tennis, con Matteo Berrettini. Uno spettacolo televisivo bello, giocate incantevoli… Gli sport alle Olimpiadi sono per lo più individuali e insegnano lo sforzo, la fatica, la determinazione. L’agonismo aristocratico prepara allo sport di alto livello, ed è, nella considerazione comune, prerogativa di “iniziati”, giovani che si sottopongono a intensi allenamenti, preparati personalmente e privatamente da tecnici, seguiti anche a livello psicologico.
Nell’autunno 1821 a Macerata allo Sferisterio ci sono 10.000 spettatori. Leopardi è in tribuna. Il poeta, dallo straordinario e precoce ingegno e dal fisico fragile, ammira Carlo Didimi, campionissimo nel gioco della palla col bracciale. Avverte in lui il fascino delle imprese degli eroi antichi e nei giorni seguenti scrive “A un vincitore nel pallone“. Le imprese di Carlo possono essere d’esempio agli uomini del suo tempo a uscire dall’ozio, a recuperare i valori antichi, l’audacia, il carattere. “Nessuno diventa uomo innanzi di aver fatto una grande esperienza di sé”, sostiene Leopardi, senza, cioè, essersi messo alla prova, misurato con gli altri, senza affrontare rischi e paure.
Lo sport è occasione di rigenerazione civile. Le attività sportive possono esaltare l’individualismo, l’esibizionismo, il business… Ma la pratica sportiva diffusa e l’agonismo “democratico” preparano alla vita. Questa mattina presto in spiaggia gareggiavano in modo vivace e rumoroso due gruppi (piccoli e grandi, grassi e magri…), si misuravano in un gioco ibrido, brevi corse, salti… vinceva chi riempiva prima una bottiglia con l’acqua del mare. Le competizioni sportive scolastiche sono oggi poco amate, concentrate nella scuola media inferiore e non lasciano tracce. La scuola dovrebbe sostenere le gare di gruppo, la possibilità di cimentarsi in più discipline, premiare le vittorie collettive, cercando di far partecipare e competere tutti, inventandosi forme di triathlon, pentathlon… E’ un passaggio culturale importante liberarsi dall’immagine della vittoria e del successo individuale.
E’ strano che in un momento in cui i personaggi dello sport intervengono su questioni sociali, fanno tanta pubblicità… si astengano da temi di diretta competenza. Sono impegnati come testimonial in varie occasioni e poi non parlano dell’accesso alla pratica sportiva, della diffusione della cultura agonistica e del movimento tra i bambini. E pensare che con lo sport si può sconfiggere il bullismo!
Nella Pandemia si è scoperto il valore dei parchi, delle ville comunali, del camminare e del correre. Non possiamo, nel Sud, competere con altre regioni per impianti sportivi, ma possiamo costruire palestre esterne, impianti a terra, travi e percorsi ginnici nelle pinete. Fallito piedibus (andare a scuola a piedi), perché non replicare in Italia il daily mile, diffuso nella scuola inglese? Prevede da parte di bambine e bambini delle scuole elementari il percorso quotidiano di un miglio, da svolgersi ciascuno con il proprio ritmo. Non c’è bisogno che ci sia il Comune, possono farlo le singole scuole, una classe, un gruppo di genitori…