Noi seguitiamo Angelica che fugge… Ma tu dimmi che libri leggi e ti dirò che cittadino sei.

CULTURA

La lettura è necessaria? Se uno non legge ha punti in meno rispetto ai lettori? A me è capitato di incontrare emigranti, contadini, artigiani… persone curiose, sapevano raccontare e immaginare.

Dicevo agli studenti di leggere, ma talvolta ho detto anche di leggere meno e incontrare di più le persone… Ho ripetuto spesso che se un libro dopo una trentina di pagine non decolla, mettetelo da parte. Bisogna trovare il momento giusto, anche il luogo… Ma qual è? Per molti è stato il lockdown… Quale il libro giusto? Oggi le case sono piene di libri, eppure quelli che contano sono pochi. Molti non sanno quale libro si porterebbero nell’isola deserta. I bambini sono più sicuri e precisi, hanno le loro storie che non dimenticano e la lettura ad alta voce aggiunge altre emozioni.

Una cosa è certa: leggere è una “pratica di immaginazione”. Il libro ha caratteristiche che rendono la letteratura diversa dalle altre arti. Richiede il contributo del lettore. La statua, il museo, il cinema… anche se chiusi, esistono. Il libro chiuso non esiste. Per esistere bisogna aprirlo e dargli voce.

Iniziativa interessante quella della “commissione straordinaria” di Manfredonia. Cinque libri: i cittadini – lettori invitati a scrivere una recensione. Il Principe, Macbeth, Siddartha, Pinocchio, La peste. La recensione non ha uno schema rigido, ognuno attraverso uno di quei libri può scrivere qualcosa di personale, sulla città, la politica… Una ventina di anni fa i candidati sindaci accanto al programma scrivevano qualcosa di sé, le preferenze: film, libri, musica, fumetti… Poi tutto è scomparso.

Il teatro è tornato davanti al pubblico in Toscana, con l’Orlando Furioso. Non un testo “teatrale”, ma un classico della letteratura italiana. All’inizio vi è Angelica che fugge, e dietro, all’inseguimento, una schiera di guerrieri innamorati. Tra tutti ve n’è uno, Orlando, il primo dei paladini di Francia, senza macchia e paura, difensore della fede e del re. Crede che non può non essere riamato; ma quando scopre che Angelica ha scelto un altro (i loro nomi intrecciati sono scritti sugli alberi, sulle pietre, ovunque) diventa furioso, folle, di una follia mai vista, spaventosa. Chi racconta è il saggio Ludovico, il quale ci dice che di cervello ne ha poco pure lui, perché la sua donna glielo consuma giorno per giorno. Per recuperare il cervello di Orlando, Astolfo con l’Ippogrifo va sulla luna, dove si deposita tutto ciò che si perde sulla terra. Solo la pazzia “sta quaggiù, né se ne parte mai”. Ci sono montagne di ampolle e quella più grande porta la scritta “Senno d’Orlando”. Tutti ne hanno perduto una parte, nessuno ce l’ha per intero sulla terra. Chi lo perde nel potere, nel gioco, nell’amore, nella ricerca della fama, negli inutili progetti… Pure papi, sovrani e i cosiddetti sapienti ne hanno perso un bel po’. Astolfo prende l’ampolla e Orlando rinsavisce… Ma Angelica si innamora di Medoro, il più umile dei fanti. Lei la regina del Catai!

“Narrare storie rende il mondo meno terribile”, dice Stefano Accorsi che, con l’Orlando Furioso, segue le peripezie degli amanti e le forme dell’amore. L’opera è la “gionta” (continuazione) di un’altra opera, che a sua volta lo è di un’altra e poi di un’altra… Le avventure, gli amori, le audaci imprese si svolgono per tutta la terra, ma Ludovico ama viaggiare solo con la fantasia, sulla carta geografica, così non si allontana da Ferrara (e dalla sua donna). Però quando Alfonso d’Este (Ariosto era un cortigiano) lo invia a mettere ordine nella Garfagnana, una regione ribelle e ingovernabile, riesce dove altri hanno fallito.

Galilei amava l’Orlando Furioso, lo sapeva a memoria, per lui era “magnifico, ricco, mirabile”. Da scienziato lo amava più dei trattati di astronomia. Molti anni fa memorabile fu l’Orlando Furioso di Luca Ronconi, a Roma, durava oltre quattro ore. Invenzioni sceniche straordinarie. Mi addormentai a metà spettacolo. Ero stanco per un lungo viaggio, ma il senso di colpa da allora non mi ha lasciato.

Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterShare on LinkedIn