”Hic sunt dracones”. Attenzione! Oltre ci sono mostri, draghi, l’ignoto, l’informe…

CULTURA

La rivista bimestrale on line Endoxa – Prospettive sul presente (curata dal Dipartimento studi umanistici, Università di Trieste, e da quello di giurisprudenza, Università della Campania), da 5 anni “provoca” una riflessione sul nostro tempo. Lo fa individuando parole intorno alle quali invita liberamente a inviare brevi saggi, immagini…

Il primo numero del nuovo anno ha questa indicazione, Hic sunt dracones. Sulle antiche mappe geografiche, là dove iniziano territori sconosciuti si poneva questa scritta minacciosa. Oltre vi erano mostri, leoni, draghi… che avrebbero messo in pericolo la vita di chi osava avventurarsi. Era l’ignoto su cui si esercitava l’immaginazione, con storie meravigliose e terribili.

Fino a pochi anni fa vi era la convinzione che ogni cosa fosse a portata di mente, parola, concetto… che l’uomo potesse misurarsi con ogni evento del cosmo… Ora ci siamo svegliati bruscamente. Viviamo una crisi della politica che mostra la fragilità democratica, una crisi del pensiero occidentale che non si rende conto che il centro si sposta altrove… “Ci rendiamo conto che i draghi esistono e non siamo preparati ad affrontarli”. Il discorso di Riccardo Dal Ferro si sposta sui limiti. Non dobbiamo mai superarli? Forse dobbiamo cambiare noi stessi e non dobbiamo crederci onnipotenti. Comportarci come il marinaio di Locke, che stende il filo a piombo e arriva fino a un certo punto, ma è consapevole che vi è un abisso marino sconosciuto dove il filo non giunge.

La crisi pandemica insegna molte cose, una vulnerabilità che si è sempre cercato di dissimulare, che non è solo dei presenti abitanti del mondo, ma lega noi contemporanei ai fragili destini del pianeta. Impellente è l’invito a un futuro alternativo, a un modo di “abitare diversamente” il mondo. Il Recovery fund è un’opportunità, ma quali fragilità cura? Si chiede Ferdinando Menga. La crisi pandemica, purtroppo, rischia di essere un espediente che mette tra parentesi le esigenze dei posteri a favore di un’emergenza eccezionale che dà precedenza solo all’oggi. Una sorta di tirannia dei contemporanei, che sposta a un futuro remoto l’alleanza dei vulnerabili di oggi con i vulnerabili di domani.

Su questo numero di Endoxa, con cui collaboro, ho affrontato il tema delle periferie. Immagino un gruppo di studenti che devono preparare un documentario sui luoghi della marginalità. Si inizia con l’America trumpiana, impoverita dalla globalizzazione, ma con una crisi identitaria, che alcuni fanno risalire alle fratture della guerra civile di metà Ottocento. Si tratta di bianchi che vedono come un pericolo l’ascesa delle minoranze. Si passa alle banlieue francesi, con giovani di seconda e terza generazione, che sommano alla loro sofferenza quella delle umiliazioni subite da genitori e nonni. “Soffitte di cristallo”, così vedono le opportunità offerte: esistono, sono affascinanti, ma illusorie, ed essi non hanno strumenti per raggiungerle. Infine i ghetti di Capitanata. Anche questi sono periferie. Luoghi oscuri, nascosti e perduti, che occorre conoscere. I dracones non si trovano solo nei campi rom, ma anche nelle comunità dei residenti, che si “rinchiudono” e hanno come unico legame il rifiuto degli estranei.

 “Da quassù la terra è bellissima, senza frontiere, né confini”, così disse Juri Gagarin, nel primo volo nel cosmo, quasi un invito a non costruire confini. Sono dell’89 le immagini dell’abbattimento del muro di Berlino. Sono passati molti anni e i muri sono costruiti ovunque, quasi a separare il bene dal male (dracones).

Noi viviamo oggi il contagio, l’attacco di un virus sconosciuto, e forse possiamo capire meglio l’universo delle malattie “mitocondriali” nel saggio curato dall’associazione “Mitocon” formata dai pazienti e dai loro familiari. Storie terribili che raccontano un nemico invisibile, che si affaccia improvvisamente nelle vite dei bambini e che apre baratri di sofferenza.

Si affrontano nuove questioni del diritto, la democrazia e il mondo islamico… Uno degli ultimi saggi affronta il tema teologico. L’universo sconosciuto, non occupato dalla ragione, è tappato con Dio. Un Dio tappabuchi, che non è la soluzione, ma almeno rassicura. E qui si presenta la straordinaria figura di Bonhoeffer, oppositore al nazismo e ucciso negli ultimi giorni del regime. Il suo messaggio: “Dobbiamo vivere come uomini capaci di far fronte alla vita senza Dio”.       Cfr Endoxa, Prospettive sul presente, Gennaio 2021. Hic sunt dracones.

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