Prima gli italiani o prima gli stranieri? Piccole visioni di futuro nel Tavoliere di Puglia
Tutti hanno visitato i ghetti di Capitanata, ministri della Repubblica, figure importanti delle istituzioni… Ne sono seguiti appelli, annunci…
Negli ultimi anni ci sono state marce di protesta da Borgo Mezzanone a Foggia (prefettura) con la richiesta di casa, lavoro stabile… Prima gli stranieri? Volontari e associazioni chiedevano un salario fisso mensile per i lavoratori stagionali al fine di accedere a un mutuo. Nessuno smentiva, nessuno spostava il discorso su binari possibili. Non ci si rende conto dei danni che produce nell’opinione pubblica una politica di “annunci”, ma incapace di avviare alcuna soluzione. Conoscevo brave persone, sensibili… Restano tali, ma in pochi mesi trasformate. Mutata la loro immagine del fenomeno e il linguaggio. “E mo’ si deve trovare la casa pure a quelli dei ghetti…” “E a mio figlio disoccupato e senza casa, chi ci pensa?” La sensazione di ingovernabilità e proposte non sostenibili hanno cancellato la compassione. Una rabbia incontenibile in persone di buon senso.
Si registra da anni l’incapacità di trovare soluzioni provvisorie, per gradi, ma in una visione di insieme, nella consapevolezza che tutto il Tavoliere presenta aspetti critici che è necessario conoscere. La scelta delle roulotte (dismesse dalla protezione civile) era consigliata anche dalla prefettura di Foggia ai coltivatori di Capitanata, e molti hanno raccolto l’invito. La Provincia ha messo all’asta (pare andata deserta) le case cantoniere. A ogni casa cantoniera era assegnato un pezzo di terra intorno. Ci sono masserie e villaggi abbandonati, che in estate quando tira il favonio somigliano a quegli agglomerati fantasmi del cinema western italiano…. Su queste ipotesi occorre lavorare. Finalmente anche le associazioni mostrano interesse per soluzioni “di aggiustamento”, e i tempi sono giusti per proposte originali e concrete.
Per questo è necessario fare un censimento della situazione in tutta l’area. Ci sono molte famiglie con figli piccoli, non si sa quanti sono, se vanno a scuola, se hanno bisogno di cura e sostegno. Non solo quelli che vivono nei ghetti, ma anche quelli che si trovano nei poderi sparsi. Al monitoraggio degli immigrati e dei minori in particolare doveva lavorare la Casa dei diritti di Manfredonia e il camper. Si sono persi per strada. E’ urgente un piano infanzia. Un intervento socio educativo nelle campagne era proposto nel piano sociale di Manfredonia. Non fu approvato perché non previsto dal Regolamento regionale. Occorre prestare attenzione a scuole che funzionano: Borgo Mezzanone e Tressanti, frequentate in maggioranza da bambini stranieri ed occorre avviare un piano di alfabetizzazione per tutti gli stranieri che lavorano nel Tavoliere.
Interventi per eliminare i ghetti più grandi e la sistemazione in alcuni centri del territorio (“Albergo diffuso”) non hanno prodotto risultati significativi. La manodopera straniera preferisce stare vicina ai centri di produzione, stare insieme con persone della propria etnia, ed è necessaria all’agricoltura non solo per i pomodori ma per molte altre coltivazioni.
Il Tavoliere (un vasto quadrilatero di 80 Km di lunghezza e ca 40 di larghezza) è spopolato e vaste aree attirano l’attenzione della criminalità con la dispersione di rifiuti pericolosi. Abitato dal neolitico, ha mutato più volte il paesaggio e la presenza umana. Oggi si possono vedere in poderi e villaggi abbandonati, uomini, donne e bambini che provano a sistemarsi e a vivere. Raccontano storie di viaggi dall’Asia, dall’Africa, durati mesi. Ne parla Luciano Torniello nel film “Le vite accanto” (ambientato a Borgo Mezzanone e prodotto anche dal comune di Manfredonia).
Intorno alle case cantoniere, nei villaggi dell’Ente Riforma… può nascere un ripopolamento del Tavoliere, simile a quello della Riforma agraria degli anni Cinquanta e come allora si potrebbero portare nei nuovi insediamenti servizi di trasporto, scuole, postazioni sociosanitarie…