L’identità avvelenata delle “Curve”, dove sembrano scomparse le parole
Purtroppo le guerre non possono essere combattute su pianeti sconosciuti e disabitati. Le partite invece possono essere giocate su altri continenti. E’ accaduto al River Plate e al Boca Juniors: il ritorno giocato in Spagna, a migliaia di chilometri di distanza, perché un Paese sovrano non è in grado, a causa dei tifosi violenti, di garantire la sicurezza. Lo scrittore Osvaldo Soriano ha raccontato il rigore più lungo della storia, quello in una partita – spareggio di due squadre di una zona sperduta dell’Argentina: Estrella Polar e Deportivo Belgrano. Un rigore dubbio assegnato al termine dell’incontro, con l’arbitro colpito da un pugno e privo di sensi, risse e scontri fino alla sera, stato di emergenza… Il tribunale della Lega riunito il martedì calcola che mancano 20 secondi alla fine della partita, giusto il tempo la domenica successiva per tirare il calcio di rigore, a cancelli chiusi.
Eduardo Galeano ha dedicato il suo libro “Splendori e miseria del gioco del calcio” a un gruppo di tifosi che di ritorno in treno, dopo che la loro squadra aveva perduto, cantavano: “vinciamo, perdiamo, ma ci divertiamo”. I tifosi per Galeano sono di due tipologie: coloro che si divertono, anticipano le giocate, insomma vogliono che la squadra vinca ma giochi bene (e soprattutto sia imprevedibile) e coloro che non hanno immaginazione e vogliono solo vincere. Il pallone è rotondo e ci vuole fortuna. Le squadre che giocano bene e sono sfortunate sono anche quelle più amate.
Ho visto poche partite e sempre nella Curva (a Foggia, Manfredonia, Napoli). Un mondo variopinto, di varia estrazione sociale e culturale, con un collante particolare che non si riesce a decifrare. C’è chi volta le spalla al campo da gioco per protesta con la società o chi dirige il coro e non vede nemmeno un’azione. Gli slogan bizzarri, le urla contro gli arbitri, tifosi che si vantano di fraternizzare con i tifosi ospiti. Uno spettacolo da vedere e far vedere. Sulle curve, negli ultimi anni, è sempre aperta la discussione. La strategia “divide et impera” funziona, controlla alcuni aspetti estremi, ma può presentare anche svantaggi: se divisi, i tifosi non riescono a tirare fuori creatività e allegria, forza e trascinamento, e una curva coesa controlla meglio i cani sciolti. Solo la repressione, come con la droga e gli immigrati, non basta. Per la mentalità della curva gli slogan, i cori, gli striscioni sono tutto, e sottoporli a controllo preventivo ferisce l’identità, l’orgoglio. Il divieto di trasferta alle tifoserie? Uno stadio senza cori contrapposti ? Far giocare a porte chiuse? Provvedimenti inutili e assurdi. Uno stadio vuoto è spettrale. Come pure uno stadio muto.
La curva è un mondo spesso chiuso e ostile, con un’identità avvelenata, che rischia di cadere nella trappola in cui sono invischiate le fasce sociali più deprivate e marginali che, non ricevendo rispetto, cercano di conquistarlo disprezzando chiunque non appartenga al proprio gruppo. E’ un mondo con cui si può parlare e dialogare. Con la Curva Sud del Manfredonia la Cooperativa teatrale “Bottega degli Apocrifi” ha svolto un lavoro efficace e utile: ha raccolto le storie, le testimonianze di una “fede”, le amicizie complici e profonde, ed ha costruito laboratori e uno spettacolo teatrale interessante… Ha dato a quei tifosi le parole. E con le parole anche l’ironia e il rispetto.
E i gesti, le frasi, le scritte, i cori razzisti? Gridati in una curva sono ancor più inaccettabili. Si possono bloccare, se si vuole, sospendendo la partita. Nella città dove vivo, a Manfredonia, in un’agenzia di viaggi, nei giorni scorsi, un signore esprimeva a voce alta parole e frasi molto più gravi degli slogan razzisti di questi giorni, c’era una piccola folla e c’era anche un immigrato, che non riusciva a nascondere l’umiliazione. Stessa situazione (con attori diversi) in una pescheria. I toni aggressivi spesso impediscono ogni replica. Il clima generale non c’entra? L’uso continuo sui social di affermazioni perentorie, sentenze, slogan, sfottò… di rappresentanti del governo… pensate che non influiscano?