Comunicazione e politica: la sedia, la Rolli e Briatore… Non hanno niente (o quasi) in comune

SOCIALE

Su Stato quotidiano, giornale on line, sono usciti nello spazio di un paio di giorni 4 articoli che ci fanno guardare allo specchio.

Il primo. Foto di una sedia e titolo: “Multa fino a 674 euro per chi occupa il parcheggio con una sedia”. Mi aspettavo commenti ironici, sorridenti. Quella sedia vuota è stata lasciata da una donna anziana che probabilmente è andata in bagno o a controllare la pentola sul gas, oppure è stata messa lì per impedire alle auto di parcheggiare: di questi tempi sono un grande termosifone. Spesso le abitazioni a piano terra hanno come unica fonte di luce e di aria la porta d’ingresso: in casa fa caldo e il marciapiedi è il salotto. Tra condivisioni e “mi piace” un migliaio, mai visto un numero così alto. Enormemente alto. Il primo commento: “Finalmente si potrà parcheggiare a Monticchio”. Il traffico smisurato avvolge questa città e l’unico problema è parcheggiare davanti alle case a piano terra! La breve notizia fa riferimento alle occupazioni abusive e spero che le tante condivisioni si riferiscano anche a quelle.

Il secondo. Il prefetto Iolanda Rolli, commissaria (da un anno) per la questione immigrati nel Tavoliere, dice tre cose: la manodopera non è solo estiva e in agricoltura si lavora 10 mesi su dodici; si deve pensare a moduli abitativi, sparsi nel territorio; dotare gli immigrati di biciclette (molti già le usano). Queste proposte (quelle abitative possono essere diversificate e integrare altre risorse presenti nelle varie zone) vengono dette da anni. Ignorate e derise da un ceto politico e gruppi dirigenti, trincerati dietro tweet inutili e banali. Avrà un ruolo anche il terzo settore, dice la Rolli. Un aspetto da maneggiare con cura. In Capitanata, come altrove, sull’accoglienza e l’emergenza ci sono quelli che hanno “fatto i soldi a palate”.

Il terzo. Briatore sostiene che nel Sud “chi aveva voglia di lavorare è andato fuori… ed è rimasto chi non si è sbattuto per trovare lavoro”. Il reddito di cittadinanza è “una follia, perché darà i soldi alla gente per rimanere sul divano”. Rosa Barone (consigliere regionale 5 stelle) difende il reddito di cittadinanza “che sarà tolto se uno rifiuta tre (!) proposte di lavoro“. Maria Grazia Campo (consigliere comunale del PD): “non mi sembra il caso rispondere a dichiarazioni a dir poco sciocche. Il Paese ha bisogno di affrontare la questione meridionale”. Il Sindaco di Manfredonia Riccardi: “Briatore dice cose scomposte”.

Il quarto. Un articolo di un giovane studioso Miche Nenna (credo sia di Manfredonia): “La comunicazione politica ai tempi delle fake news”. Oggi è importante, scrive, comunicare bene, rispondere correttamente, rispettare le opinioni. La comunità necessita di essere alimentata con una comunicazione corretta. “Non abbiamo bisogno di una politica nascosta. Occorre una politica che miri a rafforzare il concetto di appartenenza a determinati valori fondamentali per la nostra società. Comunicare vuol dire includere, contrariamente a quanto si è fatto in molti salotti politici…”.  Tutto il contrario nelle risposte e negli interventi (anche di esponenti istituzionali) che oscillano tra commenti “stile social”, dileggio e ovvietà.

In merito ai giovani sul divano. Sono oltre 250.000 i giovani laureati e diplomati partiti dal Sud negli ultimi 10 anni (quelli ufficiali); l’economista Gianfranco Viesti a Foggia qualche giorno fa ha detto che il numero è molto più alto (decine, centinaia di migliaia sono partiti e risultano ancora residenti qui). Un’indagine dell’Ateneo barese sostiene che contrariamente al passato non partono i più “poveri”, non perché stanno sul divano, ma perché non conoscono le lingue e non hanno i soldi e le conoscenze per affrontare i primi mesi lontano da casa. Un giovane amico mi ha detto in questi giorni che, partito per un lavoro a Milano (750 euro al mese), è stato costretto a tornare, perché solo la casa costava 500 Euro.

 

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