Niente mimose, per favore. Proviamo a donare parole (e gesti) d’amore.
“C’era una piccola mimosa” – così inizia il “Pianto” di don Michele sul giornalino parrocchiale, quando vide anni fa l’alberello davanti alla Chiesa distrutto – Una mimosa “bellissima. Grappoli di stelle / gialle / nell’azzurro luminoso/ del giorno. / Lieto benvenuto / a chi entrava / d’inverno / a pregare silenzioso / al mattino o di sera. / Mani malvagie / l’hanno deturpata e spezzata / nel giorno della cosiddetta festa / delle donne. / Ora è un tronco scomposto e sgarbato, / quasi fanciulla bellissima / rovinata da scottature inguaribili…”.
“Gli amanti che passano la vita insieme non sanno dire che cosa vogliono l’uno dall’altro”, dice Platone che racconta come in principio gli uomini erano l’uno e l’altro, fusi insieme. Volendo castigare l’uomo senza distruggerlo, Zeus lo taglia in due, e poi invia Eros sulla terra per curare la ferita e cercare di rifare uno ciò che è due.
Da allora noi andiamo alla ricerca della metà mancante. Da allora inizia la relazione, il rapporto tra il maschile e il femminile, che sono diversi. “Tutti dicono che il cervello sia l’organo più complesso del corpo umano, da medico potrei anche acconsentire, ma come donna vi assicuro che non c’è niente di più complesso del cuore” (Rita Levi Montalcini)
Le denunce collettive sulle violenze stanno cambiando molte cose. Come sarà nel futuro il rapporto tra uomini e donne? Che ne sarà della seduzione e del corteggiamento, importanti nella vita e nella natura come l’aria?
“Io credo, dice Lidia Ravera, che il gioco della seduzione sia il contrario esatto dell’esercizio della violenza e del ricatto sessuale”. Sedurre (se ducere) è condurre, trasportare l’altro verso sé, per entrare nel suo patrimonio di idee, esperienze, sentimenti. La seduzione è lenta, faticosa, imprevedibile. Insegna la conquista attraverso le parole, i gesti, “si esercita tra pari” e non accetta la violenza. La fine del corteggiamento cosa lascia? Fare sesso? In Svezia è stato proposto che prima di “consumarlo”, per evitare rischi, è opportuno fermarsi e sottoscrivere una accettazione…
Cirano di Bergerac (musico, spadaccino, rimatore) era straordinario nell’uso delle parole d’amore. Ama una donna, Rossana, e ha timore del rifiuto, perché ha un naso enorme. Quale tormento quando un amico, Cristiano, gli chiede di suggerirgli e poi di scrivere al suo posto parole d’amore proprio per Rossana! Ed egli fa da suggeritore a Cristiano con quelle parole che spingono la donna al primo bacio: “ma poi cos’è un bacio? Un giuramento fatto un poco più da presso… una confessione che sigillar si vuole, / un apostrofo roseo messo tra le parole t’amo; un segreto detto sulla bocca, un istante / d’infinito che ha il fruscio di un’ape tra le piante / una comunione che ha gusto di fiore…” (Edmond Rostand).
Cirano scriverà poi le lettere a Rossana, che si innamora di quelle parole e di quei sentimenti. Cirano nasconde la verità fino alla fine e nei confronti di Rossana manifesta sempre premura e rispetto. Né mai permette che la gelosia si affacci a turbare il suo amore intenso e vero.