Un vecchio autobus dove ognuno sale, senza neppure pagare il biglietto.

CULTURA

Platone racconta che gli uomini per sopravvivere si radunano e fondano la città, ma appena si incontrano, iniziano a offendersi e a maltrattarsi, privi di arte politica. E si disperdono di nuovo. Zeus teme l’estinzione della specie e invia Hermes, perché porti tra gli uomini senso del rispetto e della giustizia, e così far nascere ordinamenti civili e uno spirito di fratellanza. “Ma – chiede Hermes – in che modo distribuire rispetto e giustizia? Come le altre abilità tecniche? Non date a tutti, ma solo ad alcuni?”. “A tutti – risponde Zeus – a tutti bisogna dare questa arte. A tutti: perché altrimenti non potranno esistere le città.

Due aspetti sono irrinunciabili nella democrazia: le conoscenze diffuse, facilmente raggiungibili da chiunque, e la pubblicità degli atti, la trasparenza. Il principio fondamentale dello stato democratico è l’accesso di tutti alle informazioni. 

Qualche tempo fa, Giuseppe De Tomaso, direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, in un articolo dal titolo,“L’ignoranza politica che mina la democrazia”, scriveva: “Chi informa i nostri decisori politici? Su quali conoscenze le classi dirigenti confezionano le loro leggi? E gli elettori quando vanno a votare su cosa fondano le loro informazioni?”. E continuava, citando James Madison (1751 – 1836): “un governo popolare senza informazione popolare o senza gli strumenti per raggiungerla, non è che il prologo di una farsa o di una tragedia, probabilmente di entrambe”.

In questa campagna elettorale misera e mediocre, sembra avverarsi la profezia molto citata di Alexis de Toqueville (1805 – 1859): “Vedo folle innumerevoli di uomini simili e uguali, che non fanno che ruotare su se stessi, per procurarsi piccoli e volgari piaceri, con cui saziano il loro animo. Ciascuno vive per conto suo ed è come estraneo al destino di tutti gli altri”.

In modo silenzioso la democrazia si è svuotata, è come “un vecchio autobus, che tutti possono prendere per andare da qualche parte, magari senza pagare il biglietto. E’ poco esigente, lascia fare, si lascia maltrattare. Sopporta pazientemente violazioni, degrado, cattiverie, scortesie, volgarità…(Donolo). E si è svuotata perché non riesce a premiare chi merita, non difende i deboli, non riesce a dare a tutti la dignità. La democrazia si è consumata per la disgregazione sociale, le disuguaglianze abissali, le differenze tra ipergarantiti e non garantiti, i privilegi, la corruzione, le clientele…

E’ “il peggior sistema di governo”, ma non è stato inventato uno migliore! Non si scappa e non ci sono alternative: solo la cittadinanza attiva può salvare la democrazia, che – dice Bobbio – “non sa che farsene di cittadini apatici, passivi, indifferenti che si occupano soltanto dei propri affari comuni. La democrazia vive e prospera se i suoi cittadini hanno a cuore le sorti della propria città, come quelli della propria casa”. Quindi devono associarsi, occuparsi della cosa pubblica, discutere, mettere insieme i problemi individuali e trasformarli in iniziative politiche… e questo richiede tempo, fatica, tirar fuori la voce,  per argomentare, contraddire, “insolentire con garbo”, indignarsi…

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