Gesù… lui sì che era un grande comunicatore! Il più grande della storia.

CULTURA

Tommaso è uno che non si accontenta, vuole verificare di persona. Non crede al discorso che gli avevano fatto i compagni. E Gesù lo accontenta. Riappare una seconda volta e invita pazientemente l’apostolo scettico a toccare le sue ferite. Non dice: “Credici“. Non ama l’imperativo, né le esortazioni. Gesù usa le parole e le pause, gli esempi. Si “offre” con i suoi pensieri e le sue azioni.

Con voi. Tra voi. Sempre”. Nelle cause di beatificazione una questione che turba è la bilocazione (Padre Pio era qui ed era pure altrove). Il candidato dice che lui sarà sempre, ovunque. “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”, Gesù pronuncia queste parole alla fine della storia, al termine dell’intero Vangelo. Qualche altro candidato invece si dice candido, ingenuo, inesperto. Inesperienza come valore. Ascolterà e basta; senza dire come e quando acquisirà le conoscenze e le competenze. La campagna elettorale è questione di fede? Pare di sì, e alcuni rispondono manifestando fedeltà incondizionata. Il termine si usa dopo una disfatta bellica e un vincitore impone la “resa incondizionata”, in politica, però, la parola è viscida, pericolosa.

Pongo due domande, prendendo spunto da quelle indirizzate da due docenti dell’Università di Bari (Petrosino – Romano) a numerosi esponenti delle classi dirigenti meridionali (imprenditori, economisti, politici…).

La prima. Quali sono secondo voi le cause del fallimento dello sviluppo? Il Sud è indietro e con la crisi il ritardo è cresciuto. La Capitanata ha perso il 4% dei residenti negli ultimi anni. I giovani, soprattutto laureati, sono andati via, le povertà sono aumentate…

La seconda. Quali per voi le politiche di sviluppo possibili? Quali le proposte per questo territorio? Ci sono esperienze positive da tenere presenti?

La campagna elettorale non è una prateria dove ognuno va per conto suo, ma è il momento in cui si deve indicare una strada, un binario; e lungo questo percorso ciascuno può metterci tutto quello che pensa e in cui crede. Ai candidati si richiede una visione: guardarsi intorno, vedere quello che c’è e porsi degli obiettivi. Sono essi che devono aiutarci a vedere più serenamente il futuro, a farci superare l’universo cupo delle paure, a sperare in qualcosa… Non parliamo di utopia, che è, diceva Olivetti, “la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare”.

Gesù è un grande comunicatore, a lui pongono tante domande e spesso non risponde immediatamente, deve pensare, si fa attendere, talvolta si accoccola per terra e scrive sulla sabbia, cioè riflette, raccoglie le idee e poi fa a sua volta domande o racconta una storia, una parabola, dal finale aperto. E’ sempre paziente. Una sola volta si arrabbia, ed è quando prende a calci i mercanti del tempio. La democrazia è un tempio aperto, un luogo simbolico e sacro, da trattare con cura, umiltà e con un pizzico di rispetto per la verità.

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