Lo sviluppo della Capitanata. Ma l’aeroporto a Foggia è utile davvero?
Lo sviluppo del Sud sembra derivare solo dalle infrastrutture. Vi è l’apertura di un secondo casello dell’autostrada nei pressi di Foggia e si sostiene che ora ci sono nuove condizioni per investire. Solo per un casello? Le infrastrutture per alcuni costituiscono l’unico argomento. Nella conferenza di fine anno il presidente della Confindustria, Rotice, parla di rilancio delle aree industriali, di nuovo protagonismo delle imprese e nuova governance. “Si volta pagina” è il suo appello e la sua convinzione, sostenuta ora da due strumenti: nuova autorità portuale (e rilancio del Porto di Manfredonia quale porto di Capitanata) e il rinnovo dell’Asi (area sviluppo industriale), “i due pilastri fondamentali per lo sviluppo delle infrastrutture”.
Infrastrutture per fare che cosa? Manca una discussione sulla Capitanata. Specie dopo questi lunghi anni di crisi. Una discussione che altrove, in altre aree e regioni, è vivace. E’ da poco uscito un libro che può offrire spunti interessanti: Che cosa sa fare l’Italia (la nostra economia dopo la crisi) di Giunta e Rossi. Che cosa si è perduto in questi anni, che cosa si è salvato, quali oggi le opportunità? E allora, che cosa sa fare, cosa produce la Capitanata?
Nella scatola nera dello sviluppo economico entrano il capitale sociale e culturale, la legalità, l’innovazione, l’organizzazione dell’impresa, le infrastrutture, il genius loci… tutto sostenuto da un dibattito libero, ed anche impertinente.
Nelle frequenti discussioni sull’aeroporto Gino Lisa più di uno (timidamente) ha posto altre emergenze, qualche altro ha fatto notare che un aeroporto deve vivere 12 mesi l’anno. Tra questi un professore del Politecnico di Bari, originario di Monte S. Angelo, che conosce la Capitanata, e ha scritto ampiamente sullo sviluppo di quest’area. Il prof. Vergura ha espresso dei dubbi, ha presentato dati e calcoli… Affermazioni “discutibili”, ma che potevano sollecitare qualche approfondimento e ricevere maggiore rispetto. Non l’avesse mai fatto! Una esplosione di fastidio, sospetti, le sue tesi definite “un’azione di disturbo”. E la ripetizione dell’assioma: l’aeroporto serve, “il resto viene da sé”.
Alcune osservazioni semplici. Ogni volta che scendo in autostrada, sono sempre sorpreso per l’improvviso diradamento del traffico dopo Pescara, poi nei pressi di Cerignola riprende e cresce in modo vistoso da Barletta in poi. Lo stesso per il ritorno e lo stesso sulla statale 16. E questo per 10 mesi l’anno. In questi giorni di arrivi e di partenze, per molte persone l’aeroporto è Bari, ma anche Pescara e Napoli. Ci sono esigenze familiari diversificate (bambini piccoli, anziani…), per cui conta molto arrivare a Londra o Barcellona alle 20 di sera piuttosto che a notte inoltrata. E si sopporta tranquillamente la partenza da Napoli o da Pescara, piuttosto che da Bari.
“Il resto viene da sé”. Una frase ripetuta più volte. Manfredonia ha 3-4 porti. Non c’era il porto turistico e il dibattito era concentrato sulla necessità del porto per lo sviluppo e per il turismo. Ora c’è e c’è da parecchi anni e ci si accorge che le infrastrutture da sole non sono sufficienti. “Il resto non è venuto da sé“.
Non so se l’aeroporto è davvero la priorità. Oggi si dice che è fondamentale, anche per il turismo e la destagionalizzazione! So semplicemente che gli esempi di Bari e Brindisi non reggono. Questa provincia è molto estesa, ha differenze profonde, registra “fallimenti” e trasformazioni… E’ l’area del Sud in percentuale che perde più abitanti e giovani laureati, mancano organi di informazione autorevoli e diffusi, non vi è una borghesia civile (o perlomeno è senza voce)… In questi anni in cui si parla di aeroporti e alta velocità i Monti Dauni hanno perso 4.000 abitanti. C’è una nuova agricoltura, che produce, che esporta… ma che fa i conti con l’insicurezza e il dissesto delle strade.