… E Francesca mollò un ceffone. Avances d’autore: Dante, Boccaccio e i consigli del Foscolo.
Quando una avance diventa molesta e fastidiosa? Come inizia, come si manifesta l’approccio amoroso? Dante è curioso di saperlo da Francesca nel famoso canto V dell’Inferno: “In che modo e quando conosceste “i dubbiosi” desideri?”
“Noi leggevamo un giorno per diletto / di Lancillotto come amor lo strinse / soli eravamo e senza alcun sospetto”; una lettura che ci emozionò, racconta Francesca, ma “quando leggemmo il disiato riso / esser baciato da cotanto amante / questi, che mai da me non fia diviso / la bocca mi baciò tutto tremante…”. La storia di Lancillotto (primo cavaliere di Re Artù) che seduce la regina Ginevra (la moglie di Re Artù) era il best seller dell’epoca. I due cognati (Paolo è il fratello del marito di Francesca) si trovano soli, in un luogo ameno… senza alcun sospetto di essere visti… Più volte gli occhi si incrociano nella lettura e… insomma, Paolo ci prova e Francesca risponde.
C’è una variante (qualcuno dice di Dante! Io, però, non credo), nella quale Francesca non è così dolce e languida, è un’energica castellana, cui piace essere corteggiata, ma… Lei racconta che leggevano insieme il libro famoso e poi alla scena del bacio, Paolo “mi guardò fisso ed era ben tremante / tentò un bacio e fu l’Apocalisse / gli mollai un ceffon sì saettante / che sempre ricordò finché lui visse / giammai non mi pentii, sapeva d’aglio / e persi il lume come con l’eclisse / se poi per le mani avria avuto un maglio / nel basso ventre un colpo ben mirato / e gli avrei rovinato il suo battaglio…”
Paolo per fortuna rimase integro. Non si vide più nella corte. Qualcuno dice che andò in Terrasanta e qualcun altro assicura che entrò in un convento di monache, come giardiniere muto (perse la parola dopo lo schiaffo).
In Boccaccio troviamo un’appassionata difesa delle donne, della loro intelligenza e astuzia. Riescono a rovesciare situazioni compromesse con trovate nuove, battute sempre pronte. Boccaccio “arma” le donne di coraggio e impertinenza, come Madonna Filippa, che trovata dal marito con un amante, chiamata in giudizio, con una pronta e piacevole risposta, riesce a salvare se stessa e a far modificare lo statuto, che condannava le donne adultere al rogo. Dice ai giudici di domandare al marito se ogni volta che a lui piaceva, lei si fosse mai rifiutata. Al che il marito rispose che “la donna senza dubbio gli aveva sempre ogni suo piacer conceduto”. E quindi riprese Filippa “se egli ha sempre di me preso quello che gli è bisognato e piaciuto, io che dovevo fare di quel che egli avanza? Debbo gittarlo ai cani? Non è molto meglio servirne un gentile uomo, che m’ama, piuttosto che lasciarlo perdere o guastare?” A quel punto i cittadini di Prato, accorsi numerosi al processo, risero e difesero la donna. E lo Statuto fu modificato.
Resta sempre la domanda: come avvicinarsi alla donna? Come fare avances? Il Foscolo dà consigli preziosi. A un giovane milanese scrive: “Non fate mai dichiarazioni immature; se le belle persone non sono adagio adagio venute verso di voi in modo che non possano d’un solo passo tornare indietro, voi dicendo di amarle siete perduto, vi rispondono un No, benché vorrebbero dire di Sì, e poi per l’onore di quel benedetto NO pronunziato, voi rimarrete con l’unico partito d’andarvene, se pur non vi piace lo sciagurato mestiere di recitare la parte dell’amante che vorrebbe essere esaudito per compassione”.
Chi ha il potere ha sempre abusato delle donne. Nel Decamerone molti sono i vecchi ricchi che si scelgono spose giovani e belle, ma sono sempre puniti, beffati e traditi dalle mogli. “Nell’amore bisogna acconsentire in due“. Nella condivisione, nella reciprocità sta la bellezza del rapporto. Una verità semplice che forse oggi bisogna riaffermare.