La Corte (e i conti). Il barman, l’avventore e il “messo in mora”
Mercoledì scorso, nel pomeriggio, a Siponto, il barman a un cliente: “Hai visto che è successo… Che bomba”. Mi vede: “Hai letto quello…” Poi si ferma di colpo: “Scusa, stai pure tu in mezzo, scusa”. Gira intorno al bancone, il viso mesto, reclinato, continua a ripetere scusa, mi abbraccia e con le mani mi accarezza la schiena. Così si usa ora nelle condoglianze. Resto sorpreso. “Quella cosa della Corte dei conti… Ma tu non sai niente?”
Il barman sempre gentile mi sistema il suo smartphone e in sequenza mi fa leggere i vari pezzi. Intervento del sindaco che metteva le mani avanti per limitare l’impatto mediatico. Poi la lettera del segretario comunale… “Prima mancavano i nomi, dopo hanno pubblicato l’intero documento”.
Leggo rapidamente e poi: “La nota del sindaco dice che in data odierna è stato notificato agli amministratori l’atto di costituzione in mora…che poi pare che significhi che devono continuare gli accertamenti. A me non hanno comunicato niente”. “Ah davvero! Il Comune proprio non funziona e mo’ che succede?”
L’avventore per alleggerire la situazione: “Ma nessuno pagherà. Finisce a tarallucci e vino”. “Un momento – dico – Se qualcuno ha sbagliato deve pagare. Si fa riferimento a un debito fuori bilancio a favore dell’ASE dal 1991 al 2010. Oltre 4 milioni di Euro… E’ stato fatto per sanare una situazione difficile, che si trascinava da tempo… Non vi è nessuno che abbia preso un solo euro. Chissà perché, se era illegittimo, non hanno chiesto all’Ase di restituirlo?“.
“Eh, vedrai quello che capiterà. Domani sai quante copie venderà la Gazzetta!”. Mi vedono sorridere: “Mi fa piacere che la prendi bene”. “No. Non la prendo bene. Mi viene contestato un atto dopo quasi sei anni E non devo ridere. Una giunta (23 novembre 2011) che propone al consiglio comunale di qualche giorno dopo di riconoscere il debito”.
“Ti offro un cremino al caffè. Mo’ devi mettere da parte i soldi”. Si ride. “Ma tu non lo sapevi?” “Cosa? Che era un debito fuori bilancio? Quando si amministra si stabiliscono rapporti di fiducia. Arriva un atto essenziale, vitale per l’Ase, con il parere positivo del direttore di ragioneria, dei tre revisori dei conti, del segretario, vicesegretario… Io mi fido”
“Ma come funzionano i debiti fuori bilancio. Possibile che... ” “Io non ho mai fatto un euro, dico un euro, di debito fuori bilancio, eppure le politiche sociali presentavano emergenze continue… Nel settore cultura mi dicevano che non sapevo fare l’assessore. Le cose si dovevano fare e poi si sanavano… Il bilancio non è la cabala. E’ l’atto più importante di una amministrazione, la programmazione di tutte le attività, aggirarlo è una cosa grave. Purtroppo…”.
“Il problema grave è il piano di rientro – dice l’avventore -.Voi non so se avete letto l’intero documento… Ci sono toni aspri… L’impressione è che alla Corte dei Conti sono spazientiti e non sopportano più di essere presi in giro. Ma se quelli (Sindaco e Assessore al bilancio) fino a un paio di mesi fa hanno negato tutto! Ci vorrebbe ora un atto di… umiltà. Il piano di rientro e i servizi da tagliare andrebbero discussi nella città“.
“Mo’ che pensi di fare?” Era sempre il barman che si mostrava preoccupato. “La casa? No, quella non te la possono togliere”. “Chiederò ospitalità fuori, me ne andrò in Cina, a Londra. Ci mancava pure la Brexit! Anzi, no. chiederò l’affidamento ai servizi sociali”. “Proprio come Berlusconi… Però, puoi sempre venire qui. Tutto gratis”
Mi avvio verso casa. Penso al film di Ken Loach: Io, Daniel Blake”. Non ero preoccupato. Eppure non sottovalutavo la cosa. “Dopotutto domani è un altro giorno“.