Il Gargano senza guida e bandiere

CULTURA

La guida Lonely Planet sulla Puglia ha suscitato polemiche perché presenta un quadro inconsueto e “poco corretto” dei “nostri” luoghi. La guida ha un taglio impertinente, è scritta da osservatori – viaggiatori che raccontano quello che vedono e provano. A volte è forse frettolosa. Ma gli interventi istituzionali, le interrogazioni di esponenti politici sembrano eccessivi. La guida è poi del maggio 2015. Non so per quale motivo vi è questa polemica dopo un anno. Per S. Giovanni Rotondo si dice che “O venite per Padre Pio o potete non venirci”. Poi continua: assisterete di persona “allo sfruttamento commerciale della figura di un uomo votato al martirio”. E’ falso? Anni fa venne un giornalista di Avvenire da Milano per una serie di incontri con le diocesi che pubblicavano l’inserto domenicale nel quotidiano cattolico. Dedicò una mattinata  a S Giovanni Rotondo. “L’ho promesso a mia madre, se non ci vado mi disconosce come figlio”, disse ridendo. Lo incontrai nel pomeriggio. Era molto amareggiato. “Non pensavo. O almeno non in queste proporzioni… Chiedono soldi dappertutto”.

Anche il giudizio su Manfredonia è “discutibile”. Dice che è’ “una vera e propria città” con qualche attività culturale.  “Ci sono periferie che in pochi vorrebbero attraversare in vacanza…” E poi aggiunge “bando alla ricercatezza, e benvenuti al traffico, alla musica da piano bar, alla caciara… bando ai ristoranti raffinati e benvenuti ai chioschi: quello dei panzerotti e quello dei gelati, dove non è raro trovarsi in fila con altre 70 persone”. E’ un quadro non lontano dal vero dell’estate sipontina, che può piacere e non piacere. I ristoranti ci sono, sono raffinati, si mangia bene il pesce e sono costosi. In ogni caso le opinioni vanno accolte con un pizzico di ironia e se possibile possono anche spingere a cambiare.

Come l’esclusione del Gargano dalle “bandiere blu”. Il riconoscimento premia da Margherita di Savoia in giù. Le bandiere blu prendono in considerazione non solo la qualità delle acque, ma i servizi, i depuratori, la raccolta differenziata, la cementificazione, l’offerta complessiva, i beni culturali…

Si parla da decenni di destagionalizzazione e non si dice che questo significa nuovi servizi, una azione corale del territorio. La mancanza delle bandiere blu insegna che servono azioni virtuose di tutti, collaborazioni di enti ed amministrazioni in primo luogo. La classe politica e imprenditoriale (ma i ceti dirigenti tutti) mostrano di avere una grande abilità nel raccontare il disagio e continuano a fare del lamento la principale fonte di comunicazione. Sempre il riferimento all’aeroporto Gino Lisa, come se fosse la soluzione di tutti i mali. “E’ fondamentale, si dice, per l’economia, il turismo, lo sviluppo della Capitanata”. Non è proprio così. Siccome, se pure arriverà, ci vorranno anni, nel frattempo non si vuole pensare ad altro? Le strade, la cura del paesaggio e delle coste, la raccolta dei rifiuti, l’arricchimento dell’offerta: beni culturali (anche quelli apparentemente “minori”), passeggiate naturalistiche, un senso di ospitalità diffusa, vera, calda. E’ tutta la città, tutto il territorio che accoglie!

L’offerta è frutto dell’interazione di vari soggetti (alberghi, camping, musei, spiagge, trasporti…) e varie azioni che si devono interconnettere  (legalità, sicurezza, iniziative culturali, prezzi…). Il turismo è stato il primo settore economico che ha valorizzato internet per la conoscenza e la scelta dei luoghi e ha stabilito relazioni tra domanda e offerta. Credo che la grande maggioranza dei turisti attinga notizie via Internet. Tutte le notizie di un territorio, anche quelle poco piacevoli. I turisti (visitatori, viaggiatori…) costituiscono un mondo complesso, aperto e sensibile ai cambiamenti e danno valore ad aspetti sottovalutati, per esempio il rispetto dei diritti dei lavoratori stagionali. E’ un settore “notevolmente sistemico, dinamico, adattivo” e la cooperazione (mettere insieme la molteplicità dei soggetti e delle variabili) è fondamentale, ma nel Sud è molto carente.

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